Lavoro e professione
Laurea abilitante, plaudono i giovani medici Fnomceo
di Fnomceo
Discutere la Tesi di Laurea in Medicina o in Odontoiatria e subito, nello stesso giorno, sostenere l’esame di abilitazione, dopo un iter di studi “professionalizzante”: è la cosiddetta “laurea abilitante ”, che la Fnomceo auspica da tempo, per riformare l'iscrizione dei giovani medici all'Ordine e velocizzare di almeno sei mesi il loro ingresso nel mondo del lavoro.
A supportare tali istanze, la Fnomceo ha pronta una dettagliata e concreta proposta, che è stata elaborata grazie al contributo dell'Osservatorio dei Giovani Professionisti Medici e Odontoiatri, organo tecnico coordinato da Alessandro Bonsignore, e già sottoposta più volte all'attenzione del ministero della Salute. È questa proposta che ora la Federazione porterà al Tavolo Tecnico sulla Laurea Abilitante in Medicina, che si insedierà al Miur ai primi di maggio.
Lo ha annunciato oggi il Comitato centrale della Fnomceo, riunito in queste ore a Roma, che ha rilasciato la nota congiunta con l'Osservatorio. «Attualmente il sistema prevede che, al conseguimento della laurea, il giovane medico debba effettuare un tirocinio formativo della durata di tre mesi, a conclusione del quale è poi tenuto a sostenere un esame, superato il quale può finalmente richiedere l'iscrizione all'ordine di categoria – spiega Bonsignore. L'esame di stato si svolge, però, solamente due volte l'anno: questo determina, per il giovane medico o odontoiatra, un ritardo nell'iscrizione all'Ordine – e quindi nell'ingresso nel mondo del lavoro – che può variare dai cinque ai nove mesi».
A nome dei Giovani Professionisti – ha dichiarato il Comitato Centrale - la Fnomceo auspica che questo messaggio di rinnovamento e ammodernamento del sistema formativo, proveniente non solo dai giovani laureati ma dalla stragrande maggioranza degli studenti in Medicina e Chirurgia ed in Odontoiatria, possa concretizzarsi al più presto. Ciò al fine di ridurre i tempi di un percorso già ritenuto lungo e impegnativo rispetto al resto d'Europa, dove i giovani laureati entrano nel mondo lavorativo prima rispetto ai colleghi italiani».
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