Lavoro e professione

Precari, la mappa di Anaao giovani per superare l’anomalia sanità

di Maddalena Zippi (Anaao Giovani Lazio) Maurizio Cappiello (Anaao Giovani Campania) Ester Reggio (Anaao Giovani Sicilia)

In sanità si contano circa 14.000 medici precari, di cui la metà lavorano da anni nella pubblica amministrazione con contratto a tempo determinato. L’altra metà è titolare di contratti atipici, cioè di rapporti di lavoro che non sono esplicitamente disciplinati dal diritto civile e che, a differenza dei contratti subordinati a tempo determinato, non prevedono tutele essenziali, quali ferie, malattia, maternità, ma soprattutto la possibilità di accedere a procedure riservate di stabilizzazione.

Nella pubblica amministrazione, quindi anche per la dirigenza medica e sanitaria, il “reclutamento” avviene a mezzo di concorso pubblico su base di requisiti preventivamente definiti, come stabilito dalla Corte costituzionale 293/2009. In particolare la legge prevede per l’accesso al Ssn una procedura concorsuale per titoli ed esami disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica 483/1997 (si veda l’articolo 15, comma 7, del decreto legislativo 502/1992).

Le aziende sanitarie, però, nelle more, o in sostituzione, delle procedure concorsuali, possono indire, per far fronte a esigenze transitorie dell’amministrazione, avvisi pubblici per soli titoli, o per titoli e colloquio (si veda l’articolo 16 del Ccnl 5 dicembre 1996), o addirittura ricorrere a chiamata diretta per incarichi di attività libero professionale a ore, per la stipula di contratti temporanei, non essendo esplicitamente indicata nella legge la tipologia di “prova selettiva” a cui il candidato si deve sottoporre, essendoci in merito a questo aspetto procedurale, ampio margine discrezionale nella stesura del bando. Ciò ha prodotto nel tempo veri e propri serbatoi di precariato, a danno della qualità del lavoro e dell’assistenza, caratterizzati da una babele di rapporti giuridici sconosciuta ad altri settori della pubblica amministrazione.

Il decreto legge 101/2013, convertito con modificazioni in legge 125/2013, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, ha sancito che il contratto prevalente nella pubblica amminstrazione deve essere quello a tempo indeterminato, prevedendo procedure per il reclutamento speciale finalizzate al graduale superamento del precariato.

Forse è arrivato il momento di utilizzare tutto il ventaglio delle possibilità legislative predisposto, non senza contraddizioni, per la stabilizzazione dei precari se veramente si vuole risolvere il problema! Evitando una “guerra tra poveri” e offrendo a tutti la possibilità di mettere fine a una precarietà lavorativa che è anche precarietà esistenziale e professionale garantendo la continuità dei servizi. «Bisogna assumerli questi precari per evitare che perdano energia e fiducia prima di entrare nella scuola» diceva Matteo Renzi. Certo, bisogna assumerli anche quando sono medici o dirigenti sanitari.

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