Lavoro e professione

Emergenze pediatriche, l’ospedale trascura i bambini

di Simeup

Prestare le cure a un bambino o a un adulto non è la stessa cosa poiché in età pediatrica si hanno necessità assistenziali specifiche di cui occorre tener conto. Le caratteristiche fisio-patologiche e di presa in carico sono peculiari in tutte le tappe evolutive, dalla nascita alla fine della pubertà; il bambino ha bisogno di un medico pediatra anche in ospedale e di una rete assistenziale pediatrica soprattutto nell’emergenza quando decisioni cruciali ed estremamente personalizzate debbono essere prese in un tempo molto ridotto e, quindi, da parte di persone con competenze specifiche.

Da un’indagine svolta dalla Società italiana di Medicina di emergenza e urgenza pediatrica (Simeup) - attraverso il suo gruppo di studio Obi/Pronto soccorso, che ha condotto un’analisi su un campione di 188 ospedali italiani in cui è presente una Unità Operativa complessa di Pediatria - emerge che non sempre il soccorso è a misura di bambino. Il triage ad esempio - una delle fasi più delicate dell’assistenza d’emergenza - è molto spesso affidato anche per quanto riguarda i bambini al personale del pronto soccorso generale (78% dei casi) e non a quello pediatrico. Non solo. Oggi - rileva ancora l’indagine - poco più di 1/3 delle strutture ospedaliere esaminate può fornire assistenza semi-intensiva pediatrica e il 38% delle strutture non ha nessuna assistenza pediatrica d’emergenza perché sprovvista di una guardia pediatrica che svolge attività diretta o indiretta per il pronto soccorso.

Il bambino necessita invece costantemente di un approccio pediatrico e, solo quando questo non è possibile, si dovrebbe utilizzare la rete dell'adulto, ma questa deve essere preparata e organizzata all'assistenza del bambino. Attualmente solo il 54% del personale è stato preparato a svolgere un triage pediatrico.
Lo scopo della ricerca condotta dalla Simeup è stato quello di verificare l'organizzazione dell'assistenza in emergenza-urgenza al paziente pediatrico in funzione dell'articolazione strutturale dell'ospedale nel quale è presente una Uoc di Pediatria. Dai dati raccolti emerge, ad esempio, che l'assistenza in Pronto Soccorso ai codici gialli e rossi, rispettivamente nel 51% e nel 74% dei casi, avviene da parte un medico di urgenza del pronto soccorso generale e solo in seconda battuta, nel 66% e nel 52% dei casi, da parte di un pediatra.

«Oggi ci sono troppi pochi medici di urgenza pediatri per affrontare il numero di codici gialli e rossi che si presentano in molte strutture. Allo stesso tempo, se guardiamo alle visite annue pediatriche nei pronto soccorso - afferma Riccardo Lubrano, presidente nazionale della Simeup - deve essere osservato che oltre il 40% delle strutture effettua meno di 5000 visite annue pediatriche di emergenza. Questo dato onestamente ci impone una riflessione e forse una necessità di approfondimenti sul numero effettivo di visite che giustificano il mantenimento di una struttura di emergenza pediatrica per tutte le problematiche organizzative connesse alle specificità necessarie a fornire un’attività assistenziale di emergenza di qualità secondo standard effettivi di sicurezza e su come debba essere strutturata la rete dell'emergenza pediatrica».

L’indagine Simeup ha messo in luce che la presenza di una guardia pediatrica che svolge attività diretta o indiretta per il pronto soccorso è presente: h 24 solo nel 59% delle strutture e h12 solo nel 3% dei casi. Il restante 38% delle strutture non ha nessuna assistenza pediatrica d'emergenza. Mentre all'interno dell'area dell'emergenza è presente una sala d'attesa pediatrica solo nel 22% delle strutture esaminate. Dopo la visita in pronto soccorso, il paziente viene accolto, se necessario, in un’Osservazione breve intensiva (Obi) pediatrica attiva nel 65% delle strutture, che nella maggior parte dei casi è localizzata specificatamente nel reparto pediatrico o in un area riservata del pronto soccorso generale.
«Le Osservazioni brevi intensive - sottolinea Lubrano - spesso sorgono e lavorano grazie al senso di dovere dei pediatri perché risultano essere formalmente riconosciute dagli atti aziendali solo in circa 60% dei casi. Bisogna però anche osservare che in queste aree un'assistenza semi-intensiva è possibile attuarla solo in circa il 40% delle strutture. La scarsa possibilità di poter fornire spesso un'assistenza semi-intensiva pediatrica - conclude Lubrano - implica il trasferimento di molte patologie complesse, ma che potrebbero essere assistite in loco, in una struttura di livello superiore evitando tutte le difficoltà legate ad uno spostamento e ai costi correlati».

Ecco le 7 proposte per migliorare l’assistenza ospedaliera in urgenza-emergenza in ambito pediatrico:
a. Centralizzazione delle strutture di Pronto soccorso pediatrico
b. Sostituzione ove possibili dei piccoli pronto soccorsi con strutture di day hospital per acuti in stretta connessione con i reparti di degenza ove trasferire dopo le 12 ore di osservazione diurna quei bambini che non si sono stabilizzati o che comunque presentino una patologia tale da richiedere assistenza ospedaliera.
c. Maggior collaborazione ospedale territorio: è necessario poter ritrasferire a casa le patologie meno importanti garantendo comunque un assistenza adeguata e decongestionando così contemporaneamente i reparti di degenza
d. Assistenza semi-intensiva: attuare tutti quei provvedimenti atti a portare sempre più l'assistenza dei reparti pediatrici verso le cure semi intensive riservando alcune patologie specifiche ai soli centri di alta specializzazione e spostando l'assistenza per le cure a bambini non complessi sempre di più verso le strutture di day-hospital e territoriali
e. Trasporto: Adeguamento formativo della rete del trasporto dell'emergenza del 118 per effettuare trasporti sicuri del paziente pediatrico soprattutto nella fase inter-ospedaliera garantendo qualità, tempi e modi di spostamento.
f. Aggiornamento dei sanitari del sistema territoriale alla gestione del bambino con patologie di urgenza che non necessitano di ricovero
g. Vista la costante riduzione dei pediatri nelle strutture ospedaliere ed il ricorso sempre maggiore dei pazienti pediatrici al pronto soccorso generale preparazione di tutti gli operatori di queste strutture al riconoscimento, alla stabilizzazione ed al trasporto del bambino in condizioni di emergenza urgenza


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