Lavoro e professione
I ginecologi: «Subito la legge sul rischio professionale, nostra categoria tra le più colpite»
di Paolo Scollo (Presidente Sigo, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia)
Cinque miliardi di euro l'anno. È questa la cifra che si può recuperare eliminando del 50% l'eccessivo ricorso alla medicina difensiva. Secondo una ricerca dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali esami inutili, accertamenti superflui e prestazioni sanitarie evitabili, svolte dai clinici solo per evitare una possibile denuncia, costano 10 miliardi ogni 12 mesi all'intera collettività. È con questa proposta avanzata dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) in occasione del suo 90° congresso nazionale che si è svolto nei giorni scorsi a Milano e che ha visto la partecipazione di 2.500 specialisti provenienti da tutta la Penisola. In quell'occasione diverse sessioni sono state dedicate ad un grande problema che da troppi anni affligge i camici bianchi italiani: il contenzioso medico-legale. Per colpa delle troppe cause contro il personale sanitario ogni giorno perdiamo potenziali nuovi professionisti in aree ad altro rischio.
La ginecologia è una delle specialità più colpite
Ben il 10% delle cause è proprio a carico di uno specialista del benessere femminile. Oltre il 98% dei processi però termina con un'assoluzione o archiviazione da parte della magistratura. Tutto ciò comporta anche in questo caso spese enormi per sia per i professionisti che per contribuenti. E inoltre favorisce un deprezzamento sempre maggiore dell'immagine della professionalità medica. Infine c'è un terzo grande problema che rende difficile il lavoro dei ginecologi quello delle assicurazioni. I costi sono in costante crescita ed è possibile arrivare a pagare fino a 20mila euro per una polizza. Si tratta di una cifra insostenibile soprattutto per i giovani medici all'inizio della loro carriera. Da anni noi ginecologi denunciamo questa situazione ma finora non abbiamo ancora ottenuto risposte chiare da parte dell'istituzioni competenti.
Fare presto: è nell’interesse dei medici, ma anche delle pazienti
Invitiamo, quindi, il Parlamento e il Governo ad approvare e a mettere in pratica al più presto una legge sulla responsabilità professionale per adeguare il nostro ordinamento a quello di tutti gli altri Paesi Europei. Da alcuni mesi un decreto è in discussione in Commissione Affari Sociali delle Camera. La nostra società scientifica ne condivide pienamente i contenuti perché fornisce risposte importanti su extracontrattualità tra medico-paziente, obbligo assicurativo per le strutture sanitarie, udienze preliminari prima di un processo penale e consulenze tecniche precedenti alle cause civili, fondo di solidarietà nazionale per area terapeutica, scelta dei consulenti tecnici di ufficio. Inoltre i provvedimenti in discussione stabiliscono l'istituzione di un osservatorio nazionale sul rischio clinico sia a livello regionale che nazionale. I ginecologi italiani hanno partecipato alla stesura del decreto con un loro rappresentate nella Commissione del Ministero della Salute. Ringraziamo il ministro Beatrice Lorenzin per averci coinvolto nell'iniziativa legislativa. Ma invitiamo però tutto l'Esecutivo ad accelerare sull'approvazione. Non c'è più tempo da perdere soprattutto nell'interesse della serena assistenza alle pazienti.
Prevenire per risparmiare
Infine dobbiamo ricordare che esiste un'altra fonte di sicuro risparmio con la quale è possibile recuperare risorse da rinvestire nel sistema sanitario nazionale: la prevenzione e gli stili di vita sani. Come è noto il nostro è il secondo Paese più anziano al mondo dopo il Giappone. Oltre 13 milioni e 800mila italiane hanno più 50 anni e stanno quindi affrontando la menopausa. Disturbi cardiovascolari, osteoporosi e tumori sono alcune delle conseguenze della fine delle mestruazioni. Ma solo un'italiana su due ne è a conoscenza. Se vogliamo evitare di dover curare domani sempre più pazienti afflitte da malattie croniche dobbiamo favorire oggi gli stili di vita sani. Il 58% delle italiane per esempio ammette di sentirsi peggio di prima della fine del ciclo mestruale. Per poi più della metà non svolge la consueta visita ginecologica annuale. Se vogliamo evitare di dover curare domani sempre più pazienti afflitte da malattie croniche dobbiamo favorire una condotta salutista. Per questo al congresso di Milano la Sigo ha lanciato la campagna Menopausa meno...male! (www.menopausamenomale.org ) con l'obiettivo di aiutare le donne a vivere questa fase della vita con più consapevolezza e serenità. Vogliamo contribuire, attraverso numerose iniziative e progetti, a migliorare l'informazione per aiutare le donne a viverla con più consapevolezza e serenità e a combattere anche i piccoli disturbi, troppo spesso sottovalutati e ritenuti, in modo errato, inevitabili.
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