Lavoro e professione
Medicina di emergenza-urgenza: ecco i primi specialisti. Ma Simeu tiene alta la guardia: «Posti a bando insufficienti rispetto al fabbisogno»
Simeu, Società italiana di Medicina di Emergenza Urgenza, festeggia i primi specialisti, che escono dalle "scuole" nate in Italia nel 2009. I nuovi specialisti saranno 82 in totale, nelle diverse sedi universitarie.
Le cerimonie di diploma sono in corso in questi giorni: i primi si sono diplomati a Roma alcune settimane fa, gli ultimi saranno i senesi il prossimo 15 luglio.
Simeu rilancia però l'allarme: «I posti assegnati dal ministero per la specializzazione in Medicina di Emergenza Urgenza – dichiara Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu - sono molto inferiori ai fabbisogni definiti dalle Regioni. Il sistema di emergenza necessita di medici e infermieri formati e motivati; attualmente l'università non è in grado di formare un numero sufficiente di operatori. Gran parte del personale in servizio nei nostri pronto soccorso deve essere formato dopo l'assunzione, e spesso è personale "di passaggio" che si ferma pochi anni o addirittura pochi mesi: questa mancanza di continuità nei team mette a rischio la qualità della risposta sanitaria e la sostenibilità nel tempo del sistema di emergenza».
Pare scongiurato il taglio di finanziamenti e di posti previsto per il prossimo concorso di accesso alle scuole di specializzazione mediche: il totale sarà di 5.000 posti complessivi (per tutte le specialità mediche) anche per il nuovo concorso, ma non è chiaro se l'esame di accesso sarà relativo all'anno accademico 2013/2014 (con ritardo di molti mesi) o all'anno 2014/2015 ("saltando" un anno). Si attende comunque il decreto sulla ripartizione tra le diverse specializzazioni per sapere se varieranno o saranno confermati i 50 posti ministeriali per la Medicina di emergenza-urgenza, a fronte del fabbisogno dichiarato dalle regioni di circa 300 nuovi contratti all'anno. «La Simeu - afferma ancora Cibinel – insiste perché la ripartizione dei posti tenga conto dei fabbisogni, a vantaggio dei cittadini e della funzionalità del sistema sanitario nazionale».