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Le opportunità del Plant Molecular Farming nello studio di una nuova terapia per il morbo di Crohn
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Si chiama Plant Molecular Farming ed è un pionieristico sistema tecnologico che vede l’utilizzo di piante ingegnerizzate come bioreattori per la sintesi di molecole utili a nuove prospettive farmaceutiche. Ed è proprio in questo ambito che, fin dal 2001, opera Transactiva, azienda con sede al Parco Scientifico Friuli Innovazione di Udine. «La nostra azienda – racconta il prof. Stefano Marchetti, amministratore unico e docente di Produzione di Biomolecole presso l’ateneo udinese – si propone come centro di ricerca e sviluppo di molecole farmaceutiche la cui produzione è irrealizzabile per sintesi chimica e richiede l’applicazione di tecnologie fortemente innovative. Siamo dunque alla ricerca di nuove possibilità terapeutiche attraverso lo sviluppo di sistemi avanzati per la produzione di farmaci mediante bioreattori vegetali, attraverso la tecnologia del Plant Molecular Farming».
Numerosissimi gli ambiti di applicazione di questa tecnologia. Uno degli esempi più recenti è il progetto oraCle, condotto proprio da Transactiva insieme a Biofarma Spa, Turval Laboratories Srl, Università di Udine e Università di Trieste, con la collaborazione dell’acceleratore d’impresa Friuli Innovazione e il co-finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito del Por Fesr 2014-2020.
Con il progetto oraCle, Transactiva ha utilizzato la piattaforma tecnologico-vegetale per produrre in seme di riso l’anticorpo anti-TNFalfa, attualmente impiegato per il trattamento dei pazienti affetti da Morbo di Crohn. L’anticorpo purificato dalla matrice vegetale è stato formulato in una terapia orale col lievito lattico Kluyveromyces marxianus fragilis B0399 (TURVAL B0399®) prodotto da Turval Laboratories Srl, un probiotico di nuova generazione capace di migliorare le funzioni digestive, il trattamento e la prevenzione delle recidive in persone affette da colon irritabile.
La terapia orale vuole migliorare la qualità di vita dei malati evitando l’immunosoppressione dovuta all’esposizione sistemica e mantenere l’efficacia terapeutica grazie alla veicolazione diretta degli anticorpi nell’intestino mediante utilizzo di capsule rivestite da una matrice polimerica specifica.
Biofarma Spa, azienda leader nella realizzazione di integratori alimentari, dispositivi medici e cosmetici, si è occupata della selezione degli eccipienti da utilizzare nella formula, della definizione del migliore rivestimento per il rilascio controllato, e della preparazione delle capsule per i test degli altri partner. L’ Università di Udine ha studiato la bio-attività dell’anticorpo, protetto in matrici diverse, ai trattamenti chimici, enzimatici e microbiologici che avvengono nell’apparato digerente attraverso l’utilizzo di modelli in vitro, mentre l’efficacia terapeutica è stata analizzata in vivo dall’Università di Trieste grazie ad un modello animale che mima il Morbo di Crohn.
Infine, con uno sguardo rivolto ai prossimi sviluppi del Plant Molecular Farming, l’Università di Udine si è focalizzata sull’ottimizzazione tecnologica dei bioreattori vegetali, in particolare sull’utilizzo di tecniche di coltivazione fuori suolo, di tecnologie di sequenziamento del DNA e di approcci di genome editing mediante l’innovativa metodica CRISPR/Cas9. Le azioni intraprese in questo senso porteranno a un ulteriore abbattimento di tempi e costi nella progettazione e nello sviluppo di future terapie farmaceutiche basate sull’utilizzo delle piante e dei loro prodotti.
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