In parlamento

Calderoli, autonomia differenziata potenzia l’efficienza nell’erogazione delle cure

di Radiocor Plus

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«Non si vede come l’autonomia differenziata possa mettere a repentaglio la raccolta e gestione dei dati o l’unitarietà del diritto alla tutela della salute, così come declinato attraverso i Lea. Al contrario, l’autonomia differenziata rappresenta un potenziamento delle facoltà delle regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto degli stessi Lea che sono determinati a livello statale, con l’obiettivo di una maggiore efficienza nell’erogazione delle prestazioni sanitarie». Così il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli, in risposta al question time alla Camera. Quanto in particolare all’editoriale comparso nei giorni scorsi sulla rivista scientifica ’The Lancet’ in merito a una babele nella raccolta e impiego dei dati di tutela della salute in Italia, Calderoli ha sottolineato come «in base alla Costituzione il coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale spetta esclusivamente allo Stato e, come tale, non può costituire oggetto di autonomia differenziata». Mentre «quanto alle disparità tra le Regioni nella ripartizione della spesa sanitaria - ha detto - l’editoriale trascura i meccanismi di riparto del fabbisogno sanitario nazionale, peraltro oggetto di intesa tra lo Stato e tutte le Regioni. In tal senso, da un lato, il riferimento alle Regioni benchmark nella determinazione dei fabbisogni regionali di per sé presuppone una confrontabilità tra le situazioni regionali e costituisce una spinta per una maggiore efficienza. Dall’altro, dal 2023, al criterio della popolazione, che tiene conto anche dell’influenza dell’età sui consumi sanitari, sono stati affiancati i parametri della mortalità e alcuni indicatori delle condizioni socioeconomiche.

Sulla base degli elementi forniti dal Ministero della salute, secondo il ministro degli Affari regionali «occorre inoltre ricordare che l’Italia sta profondendo un notevole sforzo per la digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale, per garantire uniformità nelle prestazioni sanitarie ed equità nell’accesso alle stesse su tutto il territorio nazionale. Da anni il Nuovo Sistema informativo sanitario che è anche alla base del Nuovo sistema di garanzia dei Lea costituisce un elemento fondamentale di condivisione e standardizzazione delle informazioni tra lo Stato e le regioni e province autonome, per monitorare le prestazioni sanitarie, misurare i risultati e supportare la pianificazione sanitaria». Senza contare che «le capacità del sistema saranno ulteriormente potenziate, grazie ai recenti investimenti Pnrr, volti più in generale a rafforzare la strategia nazionale italiana per la salute digitale, basata sui tre pilastri Fascicolo sanitario elettronico, Ecosistema dati sanitari e Piattaforma nazionale di telemedicina.
«Tutto ciò - ha precisato poi - non toglie che il Governo e le Regioni siano impegnati per il costante miglioramento complessivo del sistema sanitario, compresa la raccolta dei dati, in modo da cogliere positivamente le sfide poste nel tempo da molteplici fattori, tra cui demografia, tecnologia e finanza pubblica».


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