In parlamento
Dl aggressioni: la Camera approva la legge, arriva l’arresto obbligatorio in flagranza per i violenti
di Red.San.
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La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il Dl con le misure per contrastare la violenza sui professionisti sanitari. Il provvedimento, che ora è legge dello Stato, è passato con 144 voti a favore e 92 astenuti
Le nuove misure prevedono l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, sociosanitari e dei loro ausiliari e per il reato di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria.
“È una buona notizia l’approvazione definitiva della Camera dei Deputati al decreto legge sul contrasto alla violenza contro i professionisti sanitari”.comenta il ministro della Salute, Orazio Schillaci, sottolineando che il provvedimento “dà risposte concrete e maggiori tutele al personale sanitario e che ha già iniziato a dare risultati come l’arresto in flagranza differita, ieri, di un uomo che aveva barbaramente aggredito un medico mentre prestava servizio”. “Le aggressioni non devono restare impunite - aggiunge il ministro - ma sappiamo bene che è necessario continuare a lavorare per portare avanti un cambiamento culturale e recuperare il senso dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente”.
Per Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed “il Governo ha dato una risposta importante ad un’emergenza altrettanto importante. Le aggressioni sono ormai all’ordine del giorno, come testimonia la drammatica vicenda accaduta a Lamezia Terme, dove il primario del Pronto soccorso è stato colpito con un manganello dal parente di una paziente. Ed è quindi necessario un intervento deciso che tuteli medici e professionisti sanitari».
Tuttavia, evidenzia Quici, “anche le Aziende sanitarie devono farsi carico dell’adozione delle misure necessarie ad impedire queste inaccettabili aggressioni: formazione per tutto il personale, videosorveglianza, corretta organizzazione e adeguamento degli organici. Misure che richiedono risorse specifiche, che non sono previste nemmeno da questa nuova legge e che dubitiamo saranno destinate a tali scopi dalle Regioni”.
Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, “ringrazia il Parlamento italiano per aver approvato la Legge sulla violenza nei confronti degli operatori sanitari che introduce l’arresto in flagranza differita e un’altra serie di misure per contrastare questi deleteri episodi di violenza nei confronti dei medici e di tutti i professionisti sanitari”.
“Una legge – aggiunge - che ha già trovato riscontro nella realtà perché nell’episodio dell’aggressione a Lamezia Terme l’aggressore è stato immediatamente arrestato proprio grazie alle norme varate dal Governo e approvate ora in via definitiva dal Parlamento. Servono ora ulteriori misure per rendere questa norma ancora più efficace, per il finanziamento delle videocamere che consentirebbero di filmare episodi di violenza e di poter così rendere operativa la misura introdotta con questa legge”.
“Questa legge è una risposta importante ad una vera e propria emergenza rispetto al tema della sicurezza dei nostri professionisti che lavorano tutti i giorni per la salute della popolazione. Ora occorre investire in comunicazione” commenta Fabrizio d’Alba, dg del Policlinico Umberto I di Roma e presidente di Federsanità. “Accolte nella legge - sottolinea - le richieste di maggior tutela avanzate da Federsanità per conto delle Direzioni strategiche e, proprio oggi che si registra l’ennesimo caso in Calabria, è importante aver messo al centro dell’attenzione pubblica la sacralità della sanità pubblica. Dobbiamo altresì evidenziare che sarebbe miope cercare i problemi della violenza agli operatori sanitari solo all’interno delle strutture. Siamo di fronte a un vero e proprio cortocircuito culturale di un Paese in profonda crisi”. Il presidente di Federsanità sostiene che “occorre investire in comunicazione, soprattutto, per quanto attiene alle strutture, tra personale sanitario e utenti, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che si è andato perdendo. Serve tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica. Questo certamente è uno dei temi prioritari che affronteremo sinergicamente. Il nostro impegno è portare avanti, anche con gli enti locali che presidiano i territori, una roadmap che ha come unico obiettivo la tutela della salute pubblica e il benessere delle nostre Comunità”.
Per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto alla 9a edizione del Forum Sistema Salute, aFirenze “le aggressioni ai danni di medici e infermieri sono la spia di una ridotta coesione sociale a causa dell’indebolimento del Servizio sanitario nazionale negli ultimi anni”. “Gli episodi di violenza sono sempre più frequenti - aggiunge - soprattutto nei pronto soccorso dove il personale, oberati di lavoro, ha meno tempo per dialogare con i pazienti. Sembra emergere una perdita di rispetto da parte dei cittadini verso quei professionisti che si prendono cura della nostra salute e che non dovrebbero mai sentirsi minacciati o subire aggressioni sul posto di lavoro”.
Per Cartabellotta “la crisi di sostenibilità del Ssn ha aggravato la situazione per i professionisti, che si confrontano con turni sempre più massacranti, a causa della carenza di personale, e burnout sempre più diffuso, soprattutto dopo il periodo pandemico. Ma purtroppo si sta progressivamente perdendo quella coesione sociale che il SSN era in grado di garantire”.
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