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Salute mentale: combattere lo stigma ripartendo dai giovani e da un uso equilibrato della tecnologia

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“Il futuro della salute mentale: tra rischi e opportunità”. Se ne è parlato a Roma, nel corso di una tavola rotonda con esperti, esponenti istituzionali e stakeholder, presso la sala stampa di Palazzo Montecitorio, su iniziativa del deputato Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII Commissione Affari sociali.
L’evento è stato promosso da Fondazione The Bridge, con il supporto non condizionato di Angelini Pharma, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, che si celebra il 10 ottobre, per illustrare le prospettive future della salute mentale, con particolare attenzione alle sfide e alle opportunità che emergono in un contesto sempre più tecnologico e globalizzato e avviare, in tal modo, un nuovo dialogo, più costruttivo, tra professionisti, istituzioni e società civile.
Nel corso dell’incontro è stato approfondito il ruolo svolto dalla tecnologia nel modo in cui comprendiamo e trattiamo la salute mentale ed è stato analizzato lo stigma come elemento di difficoltà nella presa in carico del paziente. Il tema della salute mentale è stato poi affrontato dal punto di vista della sostenibilità economica e sociale, con una riflessione sulle possibili strategie utili a garantire equità e accessibilità ai servizi di assistenza.
Secondo la presidente di Fondazione The Bridge, Rosaria Iardino, “la salute mentale non può restare all’ombra dello stigma, occorre una nuova consapevolezza, servono interventi concreti. Dobbiamo ripartire dai giovani e dalla necessità di garantire a chi ne ha bisogno il giusto benessere. Le nuove tecnologie e il loro impatto, in particolare dei dispositivi digitali sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei giovani, sono un elemento decisivo per affrontare il tema della salute mentale”.
L’uso intensivo di smartphone, tablet e altre tecnologie ha portato a cambiamenti nei modelli di attenzione, nelle capacità mnemoniche e nelle abilità di problem-solving. Occorre, quindi, ha osservato Iardino, “un utilizzo equilibrato di questa tecnologia e investire, tra l’altro, sulla formazione della comunità educante e degli operatori sociosanitari. È importante instaurare un dialogo aperto e sincero con i giovani e prestare attenzione, anche da parte dei genitori, a eventuali segnali di disagio. Un ruolo strategico, inoltre, lo svolge la scuola. La passività e l’inattività possono nascondere problemi più profondi, come la depressione o l’ansia e non possono essere sottovalutate”.
L’incontro a Palazzo Montecitorio è stato l’occasione per annunciare l’evento “Ma sei fuori?”, che sarà presentato a Milano il 12 novembre. Questa iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto sviluppato a partire dal 2020 da Fondazione The Bridge, con il supporto non condizionato di Angelini Pharma. L’intento è quello di esplorare il tema dello stigma legato alle fragilità mentali e di indagare le dinamiche che riguardano i ragazzi, principalmente dell’età appartenente al ciclo della scuola secondaria di secondo grado.

Per il deputato Luciano Ciocchetti, vicepresidente della XII Commissione Affari sociali: “Il problema della salute mentale ci impone di trovare risposte. L’iniziativa della Fondazione The Bridge assume un valore particolare per promuovere un cambiamento culturale in grado di superare lo stigma. Occorrono, in tal senso, strumenti e servizi per far fronte all’emergenza, al fine di dare un supporto alle famiglie e al soggetto che vive una situazione di difficoltà sotto il profilo della salute mentale. C’è un problema serio di liste di attesa per la presa in carico e c’è una difficoltà da parte delle nostre strutture sanitarie di dare in tempi brevi una diagnosi, pertanto dobbiamo accelerare la risposta di prevenzione. Stiamo lavorando per approvare la legge sul cosiddetto psicologo di base, perché riteniamo sia un passo in avanti fondamentale”.

Alberto Siracusano, professore emerito di psichiatria Università di Roma Tor Vergata, Coordinatore Tavolo di lavoro tecnico sulla salute mentale Ministero della Salute, ha rilevato: “La salute mentale è stata spesso stigmatizzata e vista come un insieme di patologie croniche, spesso incurabili, che se diagnosticate in età evolutiva si porteranno dietro per tutta la vita. Un grande passo in avanti è stato fatto sull’autismo, che oggi è considerato una condizione e non una malattia. Le nostre attenzioni si sono concentrate sulla fase prenatale per sensibilizzare il futuro genitore alla cura della salute mentale. Parlare di salute mentale e promuovere una sensibilizzazione attraverso le scuole, il mondo economico e artistico, è fondamentale per creare una rete di supporto e muoversi in maniera coordinata per combattere la povertà vitale responsabile oggi di molti gravi disagi psichici e relazionali”.

Secondo Antonio Vita, professore Ordinario di Psichiatria dell’Università di Brescia, Direttore Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, ASST Spedali Civili di Brescia: “Le nuove tecnologie stanno toccando in modo crescente anche il tema della salute mentale. Dopo il Covid-19, la telemedicina si impiega sempre più diffusamente e nuove tecnologie si affacciano, basti pensare, ad esempio agli interventi attraverso la realtà aumentata. La creazione di ambienti modificati, infatti, può influenzare e condizionare eventuali trattamenti o terapie inerenti la salute mentale. L’impatto delle nuove tecnologie è particolarmente significativo, tuttavia occorre tenere presente anche alcuni limiti, ovvero il mantenimento del rapporto tra medico e paziente”.

Maria Malucelli, docente di Psicologia Clinica Fondazione Fatebenefratelli, Specialista in psicoterapia individuale, di coppia e disturbi alimentari psicogeni, Socio onorario SIME (Società Italiana di Medicina Estetica), Membro del Tavistock Institute of Human Relation of London, ha spiegato: “Le emozioni sono la prima forma di comunicazione della vita. L’Homo Sapiens attraverso la mente ha, inoltre, la possibilità di attribuire un significato a ciò che fa. Questa fame di significato è un aspetto che manca a tutti i nostri giovani. Dopo il Covid-19 sono cresciute ansia e depressione. Abbiamo bisogno di tornare a sorridere, ad abbracciarci e camminare insieme riscoprendo il valore della socialità”.

Per Delia Di Bello, vicepresidente Progetto Itaca Roma: “La tecnologia certamente ci aiuta, ma ci crea anche tanti problemi. Il progetto Itaca nasce come associazione di volontari e punta molto sull’aspetto della formazione. Cerchiamo di andare nelle scuole, per far capire ai ragazzi se quel disagio che provano può rappresentare l’esordio di una malattia mentale. Dopo la pandemia abbiamo certamente capito l’importanza del rapporto umano e delle relazioni che vanno coltivate e valorizzate”.

Secondo Paolo Sacchi, amministratore unico Mia SRL Architecture & Engineering: “Il metaverso è un canale importante per il coinvolgimento dei giovani e per spiegare tematiche legate alla salute. Serviva dare una piattaforma informatica che i ragazzi potessero utilizzare al fine di consentire una maggiore condivisione. A questo proposito, la Regione Lombardia ha lanciato una piattaforma per comunicare le linee di indirizzo di comportamento dei giovani sul tema del disturbo alimentare. Attraverso un canale virtuale si vuole facilitare e intercettare il pubblico giovanile e, al contempo, capire se il soggetto presenta profili di disturbo della nutrizione e alimentazione”.

Domenico Lucatelli, Market Access & Value Head Angelini Pharma ha affermato: “Siamo orgogliosi di affiancare la Fondazione The Bridge in questo progetto di sensibilizzazione. La nostra azienda è impegnata da sempre nel campo della salute mentale con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti e di combattere pregiudizi e tabù per abbattere lo stigma che ancora oggi purtroppo grava su chi soffre di queste patologie, compromettendo l’accettazione a curarsi”.


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