In parlamento

Dl liste d’attesa: via libera anche alla Camera, arrivano il monitoraggio nazionale e le visite nel weekend

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24 Esclusivo per Sanità24

Via libera definitivo alla Camera alla conversione del decreto liste d’attesa che era stato già approvato dal Senato. Il disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 7 giugno 2024, n. 73, recante misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie è stato approvato dall’aula di Montecitorio con 171 sì e 122 voti contrari.

Con il provvedimento viene istituita, presso l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) la Piattaforma nazionale per le liste d’attesa di cui si avvale il ministero della Salute per conoscere i tempi di attesa delle prestazioni, Regione per Regione. Prestazioni che andranno comunque garantite anche attraverso l’apertura a centri accreditati o convenzionati. Le visite diagnostiche e specialistiche vengono estese nel weekend con la possibilità anche di un ampliamento delle fasce orarie delle prestazioni. Viene istituito un Cup unico regionale o intraregionale e si individua, ancora, una metodologia per il superamento del tetto di spesa per l’assunzione del personale sanitario a partire dal 2025. Viene prevista infine una flat tax al 15% delle prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d’attesa.

“Il decreto sulle liste d’attesa è legge - commenta il ministro della Salute, Orazio Schillaci -: diamo risposte concrete ai cittadini e maggiore efficienza al servizio sanitario nazionale. Dopo anni di inerzia, questo Governo interviene in maniera strutturale con misure che affrontano tutti i fattori che hanno contribuito a un aumento intollerabile delle liste d’attesa”. “La nostra priorità – aggiunge il ministro - è tutelare il diritto alla salute degli italiani e lo facciamo attraverso un nuovo sistema di monitoraggio finalmente efficace e strumenti di controllo che vedono in prima linea le Regioni e il ministero della Salute con un Organismo che potrà attivare poteri sostitutivi, in caso di inadempienza. Aboliamo il tetto di spesa per le assunzioni di personale, diamo ulteriori incentivi al personale con la detassazione delle prestazioni aggiuntive e garantiamo che ai cittadini sia sempre erogata la prestazione: se non ci riesce il servizio pubblico, si ricorre all’intramoenia o al privato accreditato”.

Secondo Schillaci “non ci sono regali ai privati, al contrario il privato accreditato dovrà fare pienamente la propria parte mettendo a disposizione tutta l’offerta di prestazioni nel Cup unico regionale”. “Inoltre - conclude - sosteniamo le Regioni del Sud con interventi di adeguamento tecnologico e formazione di personale per potenziare l’assistenza sociosanitaria. Da questo momento non ci sono più alibi: abbiamo definito chiaramente regole e responsabilità”.

Critiche le opposizioni durante il dibattito parlamentare. “Avete deciso di dare un colpo di grazia alla sanità pubblica con l’autonomia differenziata - afferma la leader del Pd Elly Schlein intervenendo in Aula alla Camera nelle dichiarazioni di voto -: avete messo per scritto che ci sono pazienti di serie A e B e noi non lo possiamo accettare e stiamo raccogliendo le firme con tutta l’opposizione per bloccare questo progetto”. Secondo Schlein anche il decreto sulle liste d’attesa è uno “spot elettorale che non risolverà il problema”.



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