In parlamento
Schillaci alla Affari sociali: con -4.500 medici e -10mila nurse spese stellari per gettonisti. Sul Pronto soccorso: oltre il 40% dei 17mln di accessi 2022 è inappropriato
di Radiocor Plus
24 Esclusivo per Sanità24
«Stimiamo che manchino 4.500 medici e circa 10.000 infermieri a livello nazionale. Questo ha portato al ricorso a gettonisti/cooperative, con effetti deleteri sul sistema». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci nella relazione alla commissione Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla Medicina dell’emergenza-urgenza e dei pronto soccorso. Facendo riferimento al rapporto Anac del 15 febbraio relativo a settembre 2023 sugli affidamenti pubblici del servizio di fornitura di personale medico e infermieristico (personale ’gettonista’) al Ssn, Schillaci ha elencato le spese delle Regioni, tutte coinvolte (tranne la Pa di Trento) nel ricorso a medici e infermieri gettonisti. «Dall’analisi territoriale sulla spesa effettivamente sostenuta dalle stazioni appaltanti nel periodo 2019-2023 - ha detto - emerge che le Regioni impegnate dal punto di vista economico sono la Lombardia (56 milioni), l’Abruzzo (51 milioni) e il Piemonte (34 milioni), con valori nettamente superiori a quelli registrati dalle altre: rispetto ad esempio al Lazio, quarta regione per spesa sostenuta (13 milioni), si registrano un +332% della Lombardia, un +297% dell’Abruzzo e un +165% del Piemonte. Per Lombardia e Lazio - ha aggiunto il ministro - l’entità della spesa per i medici è pressoché equivalente a quella per infermieri; per il Piemonte prevale la spesa per i medici mentre per l’Abruzzo la spesa è totalmente imputata al personale infermieristico».
Rispetto alla questione specifica delle criticità nell’area dell’emergenza-urgenza, il ministro ha presentato innanzitutto gli ultimi bilanci. «Per il 2022 i dati riportano più di 17 milioni di accessi in Pronto soccorso, con il 12% in codice bianco, il 50% in codice verde, il 19% in codice azzurro, il 17% in codice arancione e il 2% in codice rosso - ha detto -. La stima degli accessi evitabili, per codici bianco/verde con dimissione a domicilio, riporta una percentuale sul totale superiore al 40%. Il rispetto dei tempi, su base regionale, viene uniformemente garantito per i codici bianco/verde mentre per azzurro, arancione e rosso si assiste a un notevole variabilità con spesso il mancato rispetto dei tempi massimi previsti - ha aggiunto -. La dimissione a domicilio rappresenta la quota preponderante degli esiti di tutti gli accessi, toccando il 70% del totale. Il ricovero in degenza raggiunge il 12% del totale, mentre il ricorso all’Osservazione breve intensiva o alla ’dimissione a struttura ambulatoriale’ sconta importanti disomogeneità a livello regionale, così come, di pari passo, non è uniforme il recepimento da parte delle Regioni delle linee di indirizzo esistenti».
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