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Relazione Inail 2020/ Con la pandemia meno infortuni e malattie professionali ma aumentano del 27,6% le denunce di decessi

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Nel primo anno della pandemia calano le denunce di infortunio all'Inail ma aumentano quasi del 30% quelle di eventi mortali: rispetto al 2019 sono state registrate poco più di 571mila denunce di infortuni (-11,4%), di cui un quarto relative a contagi da Covid-19 di origine professionale. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 375.238 (-9,7% rispetto al 2019), di cui 48.660 (il 12,97%), avvenuti "fuori dell’azienda"cioè con "mezzo di trasporto" o "in itinere", nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. I casi mortali denunciati all’Istituto sono stati 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto ai 1.205 del 2019: un exploit che deriva, spiegano dall'Inail, soprattutto dai decessi causati dal Covid-19, che rappresentano oltre un terzo del totale delle morti segnalate. «La pandemia ha fortemente condizionato l’andamento del fenomeno infortunistico nel 2020 – ha spiegato il presidente Franco Bettoni illustrando la Relazione annuale Inail 2020 presso la Sala della Regina a Montecitorio –. Da un lato, infatti, ha comportato la riduzione dell’esposizione a rischio per gli eventi "tradizionali" e "in itinere" a causa del lockdown e del rallentamento delle attività produttive, dall’altro ha generato la specifica categoria di infortuni per il contagio da Covid-19». Gli infortuni mortali per cui è stata accertata la causa lavorativa sono 799 (+13,3% rispetto ai 705 del 2019), di cui 261, circa un terzo del totale, occorsi "fuori dell’azienda" (i casi ancora in istruttoria sono 93). Il 70% dei decessi è avvenuto tra gli operatori sanitari.
Gli incidenti plurimi, che hanno comportato la morte di almeno due lavoratori contemporaneamente, sono stati 14, per un totale di 29 decessi.
La pandemia ha inciso anche sulla flessione - in controtendenza rispetto agli incrementi rilevati nel quinquennio precedente - delle denunce di malattia professionale: sono state poco meno di 45mila, pari a -26,6% rispetto al 2019 e di queste è stata riconosciuta la causa professionale al 35,34%. Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 31.400, di cui il 38,06% per causa professionale riconosciuta dall’Istituto. I lavoratori con malattia asbestocorrelata sono stati circa 900, mentre i deceduti nel 2020 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 912 (-19,79% rispetto al 2019), di cui 205 per silicosi/asbestosi.
Il Covid-19 ha inciso anche sul fronte degli interventi di riabilitazione dell'Inail a sostegno dei lavoratori che sono stati colpiti dal virus: «A testimonianza dell’impegno dell’Inail nella gestione dell’emergenza sanitaria – ha spiegato Bettoni – uno degli interventi più significativi del 2020 è il progetto fortemente innovativo di riabilitazione di tipo multi-assiale degli assistiti, in grado cioè di prendere in carico ogni singolo caso secondo le specifiche esigenze terapeutiche post Covid-19, che possono interessare l’aspetto respiratorio, cardiologico, muscolare e neurologico. Gli avvisi regionali pubblicati lo scorso marzo - ha affermato il presidente Inail - hanno la finalità di attivare convenzioni con strutture sanitarie dell’intero territorio nazionale, per assicurare agli infortunati che soffrono di postumi di lungo periodo l’assistenza di cui hanno bisogno con la dovuta tempestività». Sul fronte delle aziende, invece, sulla base delle nuove competenze in materia di sorveglianza sanitaria eccezionale dei lavoratori fragili più esposti al rischio di contagio, assegnate all'Istituto dall'articolo 83 del decreto Rilancio, i servizi territoriali dell'Istituto hanno ricevuto dai datori di lavoro pubblici e privati non tenuti alla nomina di un medico competente 600 istanze di visita medica. Quanto alle attività di validazione straordinaria e in deroga di dispositivi di protezione individuale disposta dal decreto Cura Italia nel marzo 2020, fino allo scorso 10 maggio sono state processate oltre 9.500 richieste ed emesse 7.200 note di risposta, 720 delle quali sono di conformità alla normativa. Nel futuro tutele anche per Mmg e medici liberi professionisti, l'addio alla franchigia sull'invalidità e più prevenzione. Tra gli impegni prioritari dell'Istituto, sempre guardando al Covid, l'estensione della tutela assicurativa agli oltre 3 milioni di lavoratori che non ne hanno ancora diritto e l'addio alla franchigia. «La pandemia – ha sottolineato Bettoni – ha riaperto la questione dell’esclusione dalla tutela Inail di soggetti particolarmente esposti al rischio contagio, come quella dei medici di famiglia e dei medici liberi professionisti», che insieme ad altre categorie «non possono beneficiare della copertura assicurativa e delle conseguenti prestazioni economiche, sociosanitarie, riabilitative e di reinserimento. Alla luce dell’aumento degli infortuni con menomazioni più lievi e dell’insorgenza della nuova tipologia rappresentata dai contagi da Covid-19 – ha aggiunto il presidente dell’Inail – riteniamo fondamentale garantire un indennizzo per i danni all’integrità psicofisica del lavoratore a seguito di incidenti sul lavoro e malattie professionali anche con un’invalidità inferiore al 6%. Raggiungere l’obiettivo della completa eliminazione della franchigia sarebbe un atto di grande civiltà». Un’altra delle sfide più urgenti da affrontare riguarda il rafforzamento delle iniziative di prevenzione. «Ci impegneremo per incrementare i fondi destinati ai bandi Isi, soprattutto per le piccole e medie imprese – ha assicurato a questo proposito Bettoni – e lavoreremo per potenziare il ruolo strategico della ricerca, in una logica di rete e di condivisione delle conoscenze, diventata ormai una metodologia consolidata ed efficace».
I risultati finanziari ed economici. I dati del preconsuntivo 2020 Inail mostrano che si sono registrate entrate di competenza per 10 miliardi e 17 milioni di euro, circa 195 milioni in più rispetto al 2019. Le uscite di competenza si sono attestate a otto miliardi e 464 milioni, con prestazioni istituzionali sostanzialmente stabili per cinque miliardi e 569 milioni. Positivi - affermano dall'Istituto - i risultati finanziario ed economico. Le riserve tecniche sono pari a circa 34 miliardi e 338 milioni, coperte per circa il 96% da liquidità versata alla Tesoreria dello Stato, senza remunerazione.


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