In parlamento

Speranza alla Camera: «Siamo a 14 milioni di vaccinazioni, ora ci sono le condizioni per ripartire con una roadmap di allentamento graduale»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Ci sono le condizioni per guardare con fiducia alla fase che si sta aprendo». Così il ministro della Salute Roberto Speranza durante l'informativa urgente alla Camera sulla campagna vaccinale Covid. «Ho sempre detto la verità quando era scomoda e lo faccio adesso, con una campagna vaccinale che oggi supera i 14 milioni di somministrazioni. I numeri sono chiari: fino a marzo abbiamo ricevuto oltre 14 milioni di dosi di vaccino e tra aprile e giugno ne riceveremo il triplo e questa è la prima condizione per ripartire», ha detto Speranza, aggiungendo che l'Italia è pronta anche dal punto di vista dei vaccinatori con cui è stata stretta una serie di accordi che se necessario riceveranno ulteriori risorse.
«Grazie ai protocolli siglati possiamo contare su circa 42.000 medici di famiglia, 7.000 pediatri di libera scelta, 8.000 specializzandi, 18.000 specialisti ambulatoriali, 63.000 odontoiatri, 270.000 infermieri del Servizio Sanitario Nazionale che con una apposita norma abbiamo auto rizzato a poter svolgere prestazioni aggiuntive al di fuori dell’orario di lavoro, 25.000 farmacisti che hanno iniziato il corso di formazione (hanno dato a oggi disponibilità circa 11.000 farmacie che diverranno luoghi di vaccinazione)».
A questi accordi, ha ricordato il ministro, va aggiunto il protocollo sottoscritto dal ministero del Lavoro e da quello della Salute, siglato il 7 aprile da tutte le organizzazioni sindacali e dalle sigle di rappresentanza delle imprese italiane. E «non appena ci saranno le condizioni - ha aggiunto Speranza - avvieremo le vaccinazioni nei luoghi di lavoro».
Ospedali e operatori a rischio sovraccarico. «Le misure adottate stanno funzionando. Mentre in altri paesi europei, penso ad esempio alla Germania, si registra purtroppo un nuovo peggioramento della situazione, in Italia per la terza settimana consecutiva scende l’incidenza e l’Rt sui casi sintomatici è pari a 0,92 0,82 1,01). Sono risultati certamente incoraggianti che devono indurci a scelte ben ponderate proporzionali al quadro epidemiologico», ha detto Speranza. Che però guarda al sovraccarico sugli ospedali: «L’ultimo monitoraggio, dopo ben 4 settimane di misure molto severe, ci segnala che le terapie intensive sono ancora occupate al 41%. È un dato, nella sua rilevanza, che dovrebbe far riflettere chi continua a sostenere che stiamo adottando misure troppe severe. Proprio sul livello di occupazione delle terapie intensive dobbiamo ascoltare e valutare con la massima attenzione il grido di accorato allarme che, ancor a una volta, ci viene dai nostri medici. Voglio dirlo con franchezza: non possiamo continuare a chiamarli eroi e poi fare esattamente il contrario di quello che ci chiedono; costringendoli, in trincea, da soli, a combattere negli ospedali, tra difficoltà e sofferenze, con ritmi e carichi di lavoro non più sostenibili».
I vaccini e le dosi.
Quanto alle dosi in campo, «è di ieri la notizia che Pfizer anticiperà per l'Ue 50 mln di dosi dal 4° al 2° trimestre. È un’ottima notizia che porterà in Italia il 13,46% di questi 50 milioni, poco meno di 7 milioni. Prudenzialmente, il commissario straordinario Figliuolo sta lavorando su una base di 45 milioni di vaccini in arrivo entro giugno, che ci mettono nelle condizioni di completare le fasce anagrafiche più a rischio. Abbiamo somministrato la prima dose al 76 per cento delle persone con più di 80 anni - ha precisato il ministro. Mentre siamo al 30% di quelle tra 70 e 80 anni. Il nostro obiettivo è entro il trimestre somministrare la prima dose al target sopra i 60 anni dove si sono concentrati il 95 per cento dei decessi. Vaccinare prima di tutto i più anziani è corretto perché consente di salvare vite umane e io credo che questo valga più di ogni altra cosa».
Lo scenario e i contratti europei. «È innegabile che ci siano stati ritardi ed alcuni errori nella negoziazione. E certo l’Unione europea ha scontato la propria debolezza nella produzione autonoma di vaccini a cui si sta provando a porre rimedio. Ma una competizione a tutto campo, una guerra di tutti contro tutti, avrebbe prodotto uno scenario disastroso. Fare meglio non significa fare da soli». In generale, il Covid è stato una grande lezione per l'Ue: «Serve un'Europa più veloce, più integrata e più autorevole: questa è la lezione che dobbiamo apprendere dalla pandemia - ha detto Speranza -. La decisione di comprare insieme i vaccini è stata giusta, l’unico modo per equilibrare la forza delle multinazionali farmaceutiche su beni pubblici fondamenta li come i vaccini. Continueremo a comprare ancora assieme a livello europeo anche per il fabbisogno dei prossimi anni».
Poi il focus sulla produzione italiana: «Stiamo lavorando per rendere l’Italia più forte nella produzione di vaccini sicuri ed efficaci. Tra le iniziative è già bene avviata quella di Reithera che potrà portarci ad avere il primo vaccino italiano in produzione e distribuzione».
AstraZeneca e Johnson & Johnson. «I vaccini che utilizziamo sono tutti efficaci e sicuri - ha affermato Speranza -. Il vaccino AstraZeneca è efficace e sicuro, l'Ema ha sottolineato e ribadito che i benefici superano di gran lunga i rischi. Su 32 milioni di vaccinazioni effettuate e 222 segnalazioni, sono stati registrati 86 eventi avversi e, di questi, 18 sono risultati fatali: è evidente che dobbiamo mantenere alta la vigilanza e l'attenzione ma le reazioni avverse sono pochissime e concentrate per il 90% dei casi al di sotto dei 60 anni. In più anche i dati inglesi ci dicono che l'efficacia è massima nelle persone più anziane». Inoltre il ministro ha affermato che con la seconda somministrazione si rilevano «zero reazioni avverse».
Quanto a J&J, «seguiamo in queste ore con la massima attenzione la valutazione dei dati che emergono - ha detto il ministro -. Il nostro auspicio è che presto possano esserci elementi di chiarezza che ci consentano di iniziare a utilizzare un vaccino che riteniamo importante per la nostra campagna. Ricordo che è prevista la consegna di 7,3 milioni di dosi nel secondo trimestre e di 15,9 nel terzo trimestre e che stiamo parlando di un vaccino monodose. Anche rispetto a J&J, come in tutte le altre occasioni, l’Italia valorizzerà le indicazioni della comunità scientifica».
Una roadmap per ripartire. «Abbiamo il dovere di costruire una roadmap di allentamento graduale delle restrizioni, che ricordo sono sempre state assunte all'unanimità in Consiglio dei ministri. Va data risposta alla crescita intollerabile delle nuove povertà, alle difficoltà delle imprese e dei lavoratori ma non esistono risposte semplici a problemi complessi con un elevato numero di variabili. È fondamentale nelle prossime settimane dare un segnale di unità, a chi fa polemiche tutti i giorni io dico che serve unità», ha detto il ministro della Salute campagna vaccinale Covid. «Sappiamo - ha detto Speranza - che ci sono finalmente le condizioni per uscire da questa tempesta ma a patto di muoverci tutti con un rinnovato spirito di coesione nazionale come spesso ci ha chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella».


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