In parlamento
«Avanti col ddl Lorenzin». Gli infermieri scrivono a Governo e Parlamento
di Barbara Mangiacavalli (presidente Ipasvi)
Gli oltre 440mila infermieri, di cui quasi 270mila alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale (oltre il 41% del personale dipendente), hanno una richiesta precisa per Governo e Parlamento: che il disegno di legge Lorenzin sia convertito in legge.
Dopo più di dieci anni di attesa non è accettabile che un provvedimento atteso praticamente dalla quasi totalità di chi lavora nel servizio pubblico e dalla stragrande maggioranza di chi opera nella Sanità, finisca di nuovo nelle sabbie mobili di posizioni strumentali che possono avere come obiettivo solo quello di impedirne la giusta conversione in legge. Cosa che avviene ormai dal 2008.
Il ministro Lorenzin ha reso giustizia e merito a chi opera nel Ssn con un provvedimento che, nonostante le criticità subentrate con alcuni emendamenti approvati dal Parlamento, risolve una questione ormai ai limiti della ragionevolezza: la trasformazione dei Collegi in Ordini e la regolamentazione negli albi anche per le 17 professioni che finora ne sono sprovviste. Gli infermieri sono ormai da decine di anni professionisti laureati: non ha più senso mantenere l'obsoleta e anacronistica separazione tra Collegi e Ordini per delineare forme di rappresentanza professionale e di iscrizione agli albi di appartenenza: gli infermieri, al pari di tutte le altre professioni intellettuali, vogliono una tutela ordinistica. Una tutela che arriverebbe con l'approvazione del Ddl 3868 non solo per i professionisti, ma anche per gli stessi cittadini, offrendo armi efficaci ad esempio contro l'abusivismo, che infanga l'operato di centinaia di migliaia di professionisti e pone a rischio la salute degli assistiti. Rendiamo atto e ringraziamo il relatore alla Commissione Affari sociali della Camera, Mario Marazziti, sia per l'impegno a risolvere situazioni che avrebbero sicuramente bloccato inesorabilmente il Ddl e per la sua disponibilità al dialogo e l'apertura a ulteriori modifiche concordate con i professionisti che eventualmente possano risolvere le ultime questioni ancora aperte. Dialogo a cui siamo immediatamente e da sempre disponibili. Non è mai tardi se c'è la volontà di raggiungere un risultato che questa volta è davvero a portata di mano.
Il Ddl è in discussione ormai da lungo tempo e alla Camera si sono susseguite audizioni e dibattimenti in cui qualunque istanza avrebbe potuto essere avanzata e qualsiasi problema avrebbe potuto trovare già soluzione. Gli oltre 440mila infermieri che operano in Italia, quindi, non possono accettare ulte-riori rinvii che non si basano su motivazioni reali, ma semmai su preferenze anacronistiche di alcuni che tuttavia possono, grazie appunto alla disponibilità del ministro, del relatore e dei parlamentari, cercare e trovare soluzioni che attenuino le eventuali insoddisfazioni, ma non penalizzino quasi la metà di chi lavora nel servizio pubblico in Sanità.
Chiediamo al ministro, al relatore del Ddl alla Camera e ai parlamentari, di concludere in fretta l'iter del provvedimento e di giungere, in accordo col Senato, a una rapida conversione in legge che finalmente chiuderebbe una partita ormai aperta da anni e che giunta ormai sul filo del traguardo non deve e non può trovare mille giustificazioni, spesso strumentali, per dover ripartire dal via.
Cordiali saluti.
La presidente
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