In parlamento
Dopo 2 anni il ddl concorrenza è legge, il Senato approva la fiducia
di Er.Di.
L’Aula del Senato ha approvato con 146 sì, 113 no e nessun astenuto la fiducia chiesta dal Governo sul Ddl concorrenza. Il disco verde è avvenuto, senza modifiche, sul testo emendato dalla Camera e, dunque, è definitivo.
Il via libera ha segnato «il passaggio finale di uno dei provvedimenti più complessi dell’intera legislatura per l’ampiezza dei temi trattati e per il lungo iter parlamentare (oltre 900 giorni, n.d.r) » ha detto il senatore Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria e relatore del provvedimento. «Possiamo rivendicare, però - ha aggiunto - che su settori decisivi come assicurazioni, energia, servizi professionali, farmacie, credito, trasporti, siamo andati verso una maggiore apertura dei mercati e una più ampia concorrenza, individuando un adeguato sistema di garanzie e tutela per i consumatori e utenti, misure utili ad innescare un circolo virtuoso di maggiore competitività e crescita».
Sul ddl concorrenza, in ogni caso, è aleggiata spesso una domanda: si poteva fare di più? «Certamente sì - ha rilevato Tomaselli - ma il giudizio resta quello di un provvedimento utile che va nella direzione auspicata e sollecitata». Fra le questioni più richiamate, secondo Tomaselli, c’è il tema delle farmacie. «Il capitolo dovrà essere riaperto - ha detto -. Eravamo pronti a modificare le norme sulla soglia d’acquisto per le società che rischia di essere troppo alta». Anche sulle parafarmacie «eravamo pronti a intervenire e spero che in un prossimo provvedimento si possa arrivare a una soluzione organica - ha aggiunto - perché si tratta di un’esperienza tutta italiana che in questi anni non ha funzionato, soprattutto per
quelle che erano le aspettative».
Antitrust: bene la legge ma pensare a interventi di settore
L'Antitrust esprime soddisfazione per l'approvazione del ddl concorrenza, soprattutto per il valore simbolico che assume l'adozione di questa legge. È uno strumento previsto sin dal 2009 ma che, oggi, per la prima volta è stato utilizzato dal legislatore. Certo non possono sottacersi i passi indietro della versione approvata rispetto al testo originario, tuttavia la direzione è quella giusta: la concorrenza è un cardine per lo sviluppo del Paese, per abbassare i prezzi, ridurre le diseguaglianze, stimolare l'innovazione e aumentare il benessere dei consumatori.
Il travagliato iter legislativo, durato oltre due anni, impone una riflessione sull'opportunità per il futuro, di ricorrere a interventi più rapidi e incisivi: per esempio non leggi omnibus, ma adozione di misure settoriali, volte a creare in ogni mercato un sistema di regole chiaro e trasparente, presupposto indispensabile per gli investimenti e la crescita economica.
Cosa cambia per le farmacie
Il provvedimento consente l’ingresso di società di capitale nella titolarità dell’esercizio della farmacia privata, rimuovendo il limite delle 4 licenze, attualmente previsto, in capo ad una identica società.
Un ingresso del grande capitale nel settore della farmacia con un tetto massimo del 20% nella medesima regione o provincia autonoma. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato è incaricata di assicurare il rispetto del divieto, attraverso l’esercizio dei poteri di indagine, di istruttoria e di diffida .
Vengono poi soppressi i requisiti soggettivi per la partecipazione alle società che gestiscono farmacie e si consente che la direzione della farmacia gestita da una società sia affidata anche ad un farmacista anche non sia socio.
Il testo fissa anche dei paletti sulle incompatibilità della partecipazione alle società di capitale nella titolarità dell'esercizio della farmacia privata con l'esercizio della professione medica. Confermato il vincolo di incompatibilità già vigente con qualsiasi altra attività svolta nel settore della produzione ed informazione scientifica del farmaco.
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