In parlamento
Biotestamento/ L’Associazione Coscioni: «Subito la discussione al Senato»
di Filomena Gallo e Marco Cappato (a nome dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica)
Dopo 14 mesi di discussione finalmente la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il disegno di legge su consenso informato e testamento biologico. È un altro passo avanti fondamentale verso il rispetto delle volontà dei pazienti, con un testo che accoglie le nostre richieste della vincolatività delle disposizioni, della possibilità di interrompere nutrizione e idratazione e di ottenere la sedazione continua profonda. Il testo inoltre consente alle Regioni di inserire il biotestamento nella tessera sanitaria: ciò renderà più agevole per tutti i cittadini la possibilità di rendere le proprie volontà facilmente recuperabili, come da noi chiesto anche attraverso le nostre proposte di legge regionale.
Riguardo all'emendamento sull'eutanasia presentato da Matteo Mantero e Silvia Giordano del M5S, nonostante la bocciatura confermiamo l'impegno nel portare avanti la nostra iniziativa sia attraverso la disobbedienza civile di Welby, Fraticelli e Cappato sia attraverso la richiesta di iniziare una discussione sulla nostra legge di iniziativa popolare Eutanasia Legale depositata da oltre 3 anni e mezzo in Parlamento.
Questo primo risultato sarebbe stato impossibile senza il coraggio le tante persone malate che hanno lottato pubblicamente per veder rispettate le proprie volontà, da Welby a Trentini, passando per Englaro, Nuvoli, Ravasin, Velati, Fanelli, Piludu, Fabo e tanti altri.
Da oggi parte l'azione per impedire che sia vanificato il lavoro fin qui svolto.
Come Associazione Luca Coscioni, chiediamo ora l'immediata discussione al Senato senza cedere alle manovre di chi vuole ritardare il passaggio della legge sperando nella fine della Legislatura.
Il passaggio del Senato sarà importante anche per modificare il testo nei punti che rischiano di favorire nella pratica il sabotaggio della legge, e in particolare per chiedere ai Senatori di:
•1. Eliminare il rimando alla “deontologia professionale” come motivazione per ostacolare la volontà del paziente, insieme a formulazioni ambigue sul trattamento psicologico per i malati che vogliono interrompere le cure;
2. Eliminare i meccanismi burocratici che prevedono che le DAT debbano essere redatte con scrittura privata autentica e debbano essere consegnate personalmente dal disponente presso l'ufficio dello stato civile del comune di residenza oppure presso le strutture sanitarie (nel caso di revoca invece servirebbe una dichiarazione verbale raccolta dal medico in presenza di due testimoni);
3. Chiarire in modo inequivoco che la volontà del medico non può in alcun caso trasformarsi in “imposizione di coscienza” del medico sulla pelle del malato e contro la sua volontà.
Per chiedere un avvio immediato della discussione al Senato della Repubblica, abbiamo convocato due settimane di mobilitazione con tavoli informativi con medici e notai ed eventi in tutta Italia nella prima metà di maggio.
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