In parlamento
Il ddl concorrenza slitta (forse) alla prossima settimana
Non sarà questa la settimana del riavvio dell'esame del Ddl sulla concorrenza che era atteso domani nell'Aula del Senato. Pur restando formalmente all'ordine del giorno, la definizione del calendario fatto dalla Conferenza dei capigruppo esclude di fatto il provvedimento. La conferma arriva anche da uno dei relatori, Luigi Marino (Ap). «Speriamo la prossima settimana» aggiunge alla domanda su quando si aprirà in Aula la 'finestra' per consentire l'annuncio da parte dei relatori della presentazione di un pacchetto di una trentina di emendamenti a firma loro e del Governo. Questo annuncio dovrebbe consentirne l'esame in commissione Industria e successivamente il riapprodo in Assemblea.
Secondo quanto riferito da Marino, non ci sono problemi politici alla base del rinvio e il pacchetto di emendamenti è «praticamente chiuso» anche se a questo punto Marino e il 'collega' Salvatore Tomaselli (Pd) e il Governo si prenderanno ancora del tempo prima della presentazione per le ultime limature.
Tra i punti che, a quanto si apprende, sono ancora da definire c'è la norma anti-scorrerie con una divergenza tra Mise e Mef sul perimetro delle società che potrebbero esserne interessate; e cioè sul fissare la prima soglia per l'obbligo informativo al 5% o al 10% e sulla delimitazione ai soli settori strategici o meno (con il Mef che sarebbe favorevole al perimetro più ristretto). C'è poi ancora sul tavolo la questione dell'inserimento o meno nella delega dei punti di accordo tra categoria e Governo sui taxi, ipotesi a cui i relatori non sarebbero favorevoli.
Una volta concluso l'esame delle nuove misure in Commissione, il testo dovrà essere approvato dall'Aula del Senato (dove non è esclusa la richiesta di fiducia da parte del Governo) per poi tornare 'blindato' alla Camera in terza lettura.
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