In parlamento
Def, altolà della XII del Senato: «Senza fondi in più il Ssn non va avanti»
di Rosanna Magnano
Senza fondi in più il Sistema sanitario nazionale non può andare avanti. Il Fsn per il 2017 dovrà quindi avere un finanziamento adeguato al pieno conseguimento degli obiettivi di sanità pubblica, in primis i nuovi Lea. Senza dimenticare la spesa legata ai farmaci innovativi e allo sviluppo delle risorse umane e delle innovazioni organizzative previste dal Patto della salute 2014/16. Tra le priorità: rinnovi contrattuali, nuova governance della spesa farmaceutica e superamento del preoccupante stato di obsolescenza degli ospedali con forti investimenti pubblici. Non è una bocciatura, ma sicuramente ha il sapore di un forte richiamo il parere della Commissione Igiene e sanità del Senato sul Def.
La XII Commissione guidata dalla senatrice Emilia De Biasi (Pd) batte cassa per la sanità italiana e punta il dito sul necessario rinnovo dei contratti e delle convenzioni per «frenare il progressivo impoverimento delle retribuzioni e la demotivazione professionale del personale», premiando finalmente il merito, la produttività e le innovazioni organizzative.
E per affrontare la sfida dei farmaci innovativi, che mette a dura prova la già pericolante spesa farmaceutica, la priorità va data all’attuazione di una nuova governance. Tenendo anche conto «che l'Aifa riporta che nel primo semestre 2016 la spesa farmaceutica ospedaliera ha superato per 861 milioni di euro il relativo tetto e quella territoriale, nei primi 5 mesi, ha superato il relativo tetto per 331 milioni, in un contesto nel quale la compartecipazione alla spesa dei cittadini è stata pari a 773 milioni, mentre permangono incertezze sull'applicazione della normativa sul pay-back».
Sul fronte della sicurezza delle strutture sanitarie, che in caso di calamità naturali dovrebbero poter garantire l’assistenza alle popolazioni colpite, i senatori della XII ribadiscono che «appare fondamentale prevedere sin dalla prossima Legge di Bilancio l'assegnazione di fondi per l'ammodernamento tecnologico ed edilizio del patrimonio sanitario e la individuazione di modalità per favorire l'accesso ai fondi di investimento del piano Juncker». Ed è forte il j'accuse sugli interventi lumaca delle Regioni. Stop quindi alle preoccupanti lentezze delle amministrazioni, accelerando «il completo utilizzo delle risorse stanziate da leggi che risalgono anche alla fine dello scorso secolo».
Il parere della Affari sociali della Camera sul Documento di economia e finanza è stato rimandato alla settimana prossima.
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