In parlamento

Biotestamento, per Fnomceo il consenso informato deve rientrare nei Lea

«Il consenso informato è un atto medico non delegabile e dovrebbe rientrare nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), come attività strategica e indicatore del livello di umanizzazione, di qualità e di efficacia delle buone pratiche per tutti i servizi e per le Direzioni generali». È questa la richiesta della Fnomceo, comparsa questo pomeriggio in audizione di fronte alla Commissione Affari sociali della Camera, nell’ambito dell’esame sulle proposte di legge sul consenso informato e le dichiarazioni anticipate di trattamento.

«Siamo a disposizione della politica- ha dichiarato, a margine del suo intervento, il vicepresidente Maurizio Scassola – per delineare insieme delle soluzioni semplici, che consolidino la relazione di cura, che nel momento estremo della sofferenza diventa ancora più intima. Offriamo tutto il nostro impegno, professionale, civile e politico, per costruire insieme una buona legge, che offra ai cittadini strumenti concreti di assistenza, a sostegno della qualità della vita delle persone sofferenti e delle loro famiglie».

«La relazione di cura nel fine vita è unica e irripetibile – si legge nel testo dell’audizione - ; se fondata su un’alleanza terapeutica, contiene in sé tutte le dimensioni etiche, civili, tecnico- professionali per legittimare e garantire una scelta giusta, nell'interesse esclusivo del paziente, rispettosa delle sue volontà. L'indipendenza del medico, persona al servizio di altre persone, è l'unica garanzia che le richieste di cura e le scelte di valori dei pazienti siano accolte nel continuo sforzo di aiutare chi soffre e ha il diritto di essere accompagnato con competenza e solidarietà nel momento della morte».

«I medici italiani – continua ancora la Fnomceo - ritengono che il legislatore, nel decidere di intervenire in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, debba altresì garantire una efficace rete di tutela dei soggetti più deboli perché inguaribili, terminali, morenti, comunque sofferenti, ancor più se divenuti incapaci».

Ma quali sono, nel dettaglio, le istanze della Fnomceo? Eccone alcune: la costituzione di un Osservatorio Nazionale sui comportamenti e le scelte di fine vita; l'implementazione e la diffusione della cultura delle cure e dell'etica di fine vita; la contemperazione tra l'autonomia del medico, che è assunzione di responsabilità e sicurezza a garanzia della persona, e quella del paziente; la possibilità di affidare a un Collegio Medico la certificazione sulla irreversibilità dello Stato di incapacità; la necessità che, negli stati vegetativi, le condizioni di irreversibilità del danno neurologico, l'entità ed il tasso di progressione siano indagate, valutate e certificate secondo le migliori evidenze scientifiche disponibili da trasferire in protocolli unici a livello nazionale.
Chiara la posizione sulla nutrizione e l'idratazione artificiale: «Sono trattamenti di esclusiva competenza medica e implicano procedure con rischio clinico; devono essere precedute dal consenso informato in ragione dei rischi connessi alla loro preparazione e assunzione nel tempo». Una particolare attenzione è riservata al Registro dei testamenti biologici. La Fnomceo chiede che venga istituito «rendendo facile e omogenea la sua formulazione e la sua applicazione» e si rende disponibile «ad affiancare la politica nella scrittura di un testo che renda il Registro uno strumento utile a costruire una rete di competenze a sostegno delle persone che dovranno sottoscrivere e depositare il proprio Testamento in modo protetto, consapevole e informato».
“Noi tutti siamo messi alla prova – ha concluso Scassola -, nei rispettivi ruoli e nelle rispettive responsabilità, per verificare se finalmente il nostro Paese è nelle condizioni di poter esprimere i livelli più alti e nobili di assistenza e cura; il Consenso Informato e le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento sono un indicatore potente della nostra capacità come Paese di dimostrare disponibilità all'ascolto, capacità di individuare i contesti, decidere in termini strategici con la persona, nella cornice familiare e sociale che le appartiene».


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