In parlamento
Stabilità/Dirindin (Pd), su personale sanitario risposte inadeguate
«La sanità con le sue 700 mila unità di personale è un settore ad alta intensità di lavoro, in gran parte molto qualificato. Ma il personale continua ad essere uno dei fattori di maggiore criticità del sistema sanitario nazionale, dati i tanti vincoli imposti in questi ultimi anni, sia alla spesa sia alla dotazione di personale, in particolare nelle regioni in piano di rientro». Lo afferma la senatrice Pd, Nerina Dirindin.
«In occasione della prima lettura della legge di stabilità - ricorda Dirindin - la Commissione Sanità del Senato aveva accolto l'invito del Governo a rinviare alla Camera l'inserimento di soluzioni che rendessero possibile superare le difficoltà che, soprattutto dopo la direttiva europea sui turni di lavoro, sono segnalati in varie parti del Paese. Ma la soluzione proposta in questi giorni in Commissione Bilancio della Camera non sembra andare nella direzione desiderata. Se infatti da un lato costituisce un primo, seppur tardivo, segnale di attenzione alla questione del personale, dall'altro prosegue nel mantenimento dei vincoli di spesa (il vincolo dell'1,4% rispetto al 2004 non è allentato) e nel proporre soluzioni non strutturali».
«A quanto risulta - prosegue la senatrice Pd - si tratta di una risposta intempestiva (l'entrata in vigore della direttiva europea era nota da tempo) e in gran parte inadeguata rispetto all'esigenza fondamentale: garantire che a nessun cittadino venga negato un servizio essenziale (magari in urgenza) perché il personale deve necessariamente rispettare i turni di riposo previsti a livello europeo. Una risposta per di più complicata e che richiede tempi lunghi (le procedure possono protrarsi fino alla fine del 2017!)». «Non era sufficiente - conclude Dirindin - permettere l'assunzione di personale, ove giustificato dalle criticità nell'erogazione dei servizi e previa autorizzazione dei ministeri competenti, nel rispetto della spesa complessiva prevista per ciascuna regione?».
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