In parlamento
Lorenzin al question time alla Camera: «Nessun taglio da 10 mld al Fsn». Patto per la salute in via di attuazione
di Barbara Gobbi
«L’intervista che ha dettato l’agenda della settimana è stata in gran parte travisata: non c’è nessun taglio da 10 miliardi al Fondo sanitario nazionale». Così la ministra della Salute risponde al question time alla Camera alla deputataDonata Lenzi (Pd), che aveva chiesto conto delle cifre circolate in questi giorni, al netto del taglio da 2,35 miliardi scritto nell’Intesa Stato-Regioni del 2 luglio scorso e traghettato dal governo nel maxi emendamento al Dl Enti locali, licenziato ieri dal Senato e ora trasmesso a Montecitorio.
«Nessun taglio», ribadisce quindi la ministra. Che piuttosto pone l’accento sulla «mappa di interventi per rendere più efficiente, trasparente ed equo il Ssn», contenuta nel Patto per la salute siglato un anno fa. Un percorso impegnativo, spiega Lorenzin, che andrà seguito da qui ai prossimi 15 anni per far fronte alle due grandi sfide che abbiamo davanti: l’invecchiamento e i farmaci innovativi. «Le norme per ottimizzare il Ssn - ricorda ancora la ministra - sono già state approvate e ogni mese adottiamo misure, decreti attuativi o approviamo provvedimenti in Conferenza Stato-Regioni. Il nostro obiettivo è rendere operativo in tempi brevi un programma di riforme contro la corruzione, gli sprechi, l’inappropriatezza, promuovendo ad esempio nuove regole per i commissari delle regioni in Piano di rientro, per la nomina dei Dg, che deve avvenire per meritocrazia lasciando estranea la politica, il potenziamento dell’Agenas utile a monitorare le Regioni. Al centro c’è il cittadino e il suo diritto a ricevere cure efficienti e omogenee in tutto il Paese».
Poi Lorenzin, anche oggi al centro di botta-risposta polemici con i governatori che più hanno criticato l’intesa sui tagli, si fa paladina del Fondo sanitario nazionale: «Non vogliamo riforme ragionieristiche - tiene a precisare -. In questi anni sono stati tagliati al Fsn 25 miliardi: ora bisogna lavorare sul fronte della qualità delle prestazioni. Partendo da un dato: il nostro Ssn è tra i migliori al mondo. Si tratta di migliorare i servizi offrendo ai cittadini cure adeguate e colmando il gap Nord-Sud». Inoltre, «stiamo lavorando da mesi con il commissario per la spending review - ha proseguito - per un ripensamento del Sistema sanitario nazionale, in particolare per un miglioramento della sua produttività, per l'utilizzo di indicatori standard, per la valorizzazioni delle buone pratiche e per un accentramento dell'acquisto di beni e servizi, con la possibilità che alcune Regioni acquistino anche per le altre».
Infine, il capitolo “appropriatezza” che, alla voce “prescrizioni mediche”, tante polemiche ha destato tra i camici bianchi, chiamati dalla manovra da 2,35 miliardi a pagare di tasca propria per le ricette inopportune. «Quella misura non va interpretata come puntiva verso i medici. La norma razionalizza le prescrizioni e dà ai camici bianchi la possibilità di difendersi dalle denunce. Poiché Governo e Regioni hanno condiviso la necessità di introdurre modifiche normative sulla responsabilità civile e penale dei professionisti sanitari in modo da favorire l’appropriatezza prescrittiva e limitare gli effetti deleteri della medicina difensiva, ed entro fine mese la commissione ministeriale che ho nominato completerà i lavori, è mia intenzione consegnare il documento finale alle Camere e proporre al Governo di valutare l’inserimento nel Ddl Stabilità del relativo pacchetto normativo». La norma» contenuta nell'emendamento al Dl enti locali approvato ieri dal Senato che prevede sanzioni per i medici nel caso in cui prescrivano esami e visite inutili «è una norma razionale, che dà la possibilità ai medici di difendersi», come anche i medici devono «difendersi da un eccesso di denunce. C'è un testo all'esame della commissione Affari sociali della Camera che è alla mia attenzione, perché ritengo sia importante vederlo presto realizzato».
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