In parlamento

Il Def verso l’Assemblea con i pareri «condizionati» delle XII commissioni

L’aula della Camera si esprimerà oggi sul Documento di economia e finanza attraverso il voto sulle risoluzioni. Intanto ieri pomeriggio il Def ha incassato il via libera della commissione Bilancio della Camera, votando il mandato al relatore, Paolo Tancredi (Ap), a riferire favorevolmente all’Assemblea. Il testo ha ottenuto il voto favorevole della maggioranza parlamentare mentre FI, Sel, M5S e Lega hanno votato contro.

Dalla commissione Finanze Camera voto favorevole ma a una condizione. Che «in sede di risoluzione parlamentare per l’approvazione del Def si impegni il Governo a definire in tempi brevi la questione relativa alle posizioni dirigenziali nelle agenzie fiscali (dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittima la proroga del conferimento nelle Agenzie fiscali di incarichi dirigenziali senza passare prima per un concorso pubblico, ndr), individuando al riguardo soluzioni di carattere amministrativo e, se necessario, normativo, che, nel pieno rispetto dei principi di legalità, trasparenza e promozione del merito, consentano di assicurare la piena efficacia nell’azione delle agenzie, nonché il raggiungimento degli obiettivi indicati dal Def».

I pareri delle XII commissioni sul fronte Sanità. Queste, intanto, le quattro condizioni del parere favorevole della commissione Affari sociali della Camera:
- chiarisca il Governo se tra i provvedimenti previsti nella razionalizzazione della tax expenditure siano inclusi riordini della spesa riguardanti il settore delle politiche sociali: in tal caso sia esclusa la riduzione delle detrazioni fiscali per le indennità su non autosufficienza e asili nido;
- specifichi il Governo nel Pnr che il regolamento per la definizione degli standard relativi all’assistenza ospedaliera non privilegi il versante della revisione della spesa a scapito di quello della salvaguardia della qualità dei servizi;
- segnali la commissione Bilancio l’esigenza che il Governo preveda che l’avanzo di circa 1,6 miliardi sia destinato a misure per il contrasto della povertà;
- segnali la commissione Bilancio l’esigenza che il Governo inserisca nel Def anche il riferimento alle proposte di legge in materia di assistenza alle persone disabili prive del sostegno familiare (cd. Dopo di noi) (C. 698 e abbinate).
Inoltre la Affari sociali ha presentato questa osservazione alla commissione Bilancio: valuti la commissione Bilancio l’opportunità che il Governo preveda che il programmato riordino degli enti vigilati dal ministero della Salute avvenga senza pregiudicare le funzioni di natura pubblica degli stessi, chiarendo che il riferimento alla competitività vada inteso come qualità organizzativa.

Queste invece le condizioni del parere favorevole dalla commissione Igiene e sanità del Senato:
- è necessario che, nel “ripensare” l’attuale modello di assistenza, per garantire prestazioni a chi ne ha “effettivamente” bisogno, si tengano ben fermi il principio dell'universalismo e le caratteristiche di fondo del Ssn e si chiarisca che il “ripensamento” va inteso come mero strumento per assicurare a tutte le persone le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione funzionali alla tutela della salute, secondo principi di eticità, equità, utilità, appropriatezza, efficacia, economicità e scientificità. Si chiarisca che “l’effettivo bisogno” va valutato solo alla luce del criterio dell'appropriatezza, riconducibile unicamente a responsabilità scientifico professionali e non patrimoniali del prescrittore;
- per quanto attiene al riordino degli Enti vigilati, è improprio affermare che “le strutture regolatorie, di vigilanza e di ricerca” debbano essere rese “più competitive”: è invece necessario che siano rese maggiormente efficienti e incisive, mantenendo la loro indipendenza.

Inoltre, la stessa Igiene e sanità ha avanzato queste cinque osservazioni:
- in relazione al processo di riassetto strutturale e qualificazione della rete ospedaliera, occorrono campagne informative per orientare gli utenti verso una corretta fruizione delle prestazioni assicurate dalla medicina territoriale, così da garantire che l'accesso alle cure ospedaliere sia prevalentemente rivolto ai pazienti con patologie in fase acuta o che necessitano di cure specialistiche anche di tipo riabilitativo o dell'utilizzo di tecnologia complessa. Occorre considerare che questo processo non può essere realizzato a costo zero, o addirittura conseguendo risparmi: il riassetto della rete ospedaliera dovrebbe mirare a rimodulare l'offerta tenendo conto dell'andamento demografico e della crescente diffusione di patologie di tipo cronico e cronico degenerativo, potenziando la medicina territoriale senza accreditare l'idea impropria di una sorta di competizione tra quest'ultima e gli ospedali;
- nell’ambito dello stesso processo di riotdino ospedaliero, va potenziata al massimo l’offerta di servizi pubblici legati all’integrazione socio-sanitaria e alla prevenzione, assicurando che siano mantenuti nella sanità pubblica, ancorché convenzionata;
- in relazione al perdurante andamento decrescente delle spese sanitarie, che nel 2019 rappresenteranno solo il 6,5% del Pil, occorre interrogarsi sulla tenuta del sistema già nel medio periodo e reimpostare le politiche in materia, avendo riguardo alla sostenibilità in un'ottica non meramente economicistica, ma piuttosto incentrata sul concetto di risposta ai bisogni di salute e di qualità delle prestazioni;
- in relazione alle spese per il personale, occorre invertire quanto prima una dinamica che vede tale voce in costante riduzione, con un correlato aumento delle spese per acquisto di beni e servizi: il sistema tende sempre più a ricorrere a forme di lavoro interinale, minimizzando il ricambio generazionale e lo scambio di saperi, penalizzando gli operatori e pregiudicando la continuità assistenziale e la qualità delle prestazioni;
- in tema di Health technology assessment (Hta) e di investimenti in strutture e tecnologie, occorrere andare oltre le enunciazioni di principio del Def e indicare azioni concrete nel quadro di un programma strategico complessivo inerente all'intero sistema sanitario, valutando la possibilità di finanziare gli interventicon i fondi europei per gli investimenti strategici.


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