Imprese e mercato

Manovra/ Egualia, no taglio prezzi farmaci ’ex factory’

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«Siamo profondamente sconcertati. A nulla servono gli allarmi ripetuti sull’urgenza di misure che garantiscano sostenibilità al comparto farmaceutico e creino le premesse per contrastare l’inevitabile fenomeno delle carenze. La manovra va in un’altra direzione. Lo abbiamo spiegato stamattina nel corso di un incontro con il Sottosegretario Gemmato: questa è una riduzione dei prezzi ex factory dei nostri farmaci dopo che da 3 anni stiamo sperimentando crescenti difficoltà a sostenere industrialmente tutti i farmaci critici per le terapie croniche. Se noi non saremo nelle condizioni di tenere in commercio i farmaci a rimetterci alla fine saranno i cittadini».
Questo il commento di Stefano Collatina, presidente di Egualia, l’associazione delle aziende produttrici di equivalenti, biosimilari e Value Added Medicines, dopo un incontro urgente chiesto stamane al ministero della Salute sulle misure relative alla farmaceutica contenute nella Legge di Bilancio presentata dal Governo Meloni.
«Non solo non figura nessun intervento di alleggerimento del payback sulla farmaceutica convenzionata (1,83% sul prezzo al pubblico versato alle Regioni), più volte sollecitato da parte dei produttori dei farmaci equivalenti e biosimilari, a più basso costo, che generano risparmio per il Servizio sanitario nazionale – spiega Collatina. – Vengono invece ridotti i prezzi ex factory dei farmaci rivedendo al ribasso le quote di spettanza sul prezzo al pubblico delle aziende produttrici per i farmaci di classe A. Meno di una settimana fa, alla presentazione del Rapporto annuale di Nomisma sul settore degli equivalenti, le istituzioni hanno riconosciuto l’urgenza di intervenire ed ora ci ritroviamo a parlare di una riduzione del prezzo ex factory. Nessuno mette in dubbio le legittime istanze della distribuzione – prosegue il Presidente di Egualia – ma non possiamo accettare che tale sostegno arrivi a discapito delle nostre imprese, quelle stesse che continuano a garantire risparmi costanti all’Ssn e sono rimaste spesso le uniche fornitrici di farmaci essenziali per le terapie croniche. Sono misure destinate ad incidere nella carne viva delle aziende di farmaci fuori brevetto che già oggi vedono i propri margini ridotti al limite – conclude Collatina. – Di questo passo i distributori si troveranno ad avere sempre meno farmaci da distribuire. Speriamo che la politica riesca a comprenderlo ed inverta la rotta».


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