Imprese e mercato
Investimenti in ricerca e innovazione: il ruolo del Venture Capital nel settore della salute e delle scienze della vita
di Mauro Magnani *
24 Esclusivo per Sanità24
Gli investitori nel nostro Paese riflettono ancora una limitata propensione verso investimenti in ricerca e sviluppo, che rappresentano attualmente solo l’1% del Pil a fronte del più consistente 3,5% riscontrato in altri paesi europei come nota EY Venture nel suo rapporto Capital Barometer Italia – Anno 2023. Nel 2023 gli investimenti di Venture Capital (VC) in startup e imprese innovative in Italia sono stati pari a 1,17 miliardi di euro, in diminuzione rispetto al 2022, come accaduto in tutta Europa, ma stabilizzati al di sopra del miliardo a testimonianza di una maturazione e di un consolidamento del mercato. Nello stesso anno occorre notare come siano stati investiti 1,3 mld in Spagna, 6,3 mld in Germania, 7,3 mld in Francia 15,2 mld nel Regno Unito.
Nel 2023 il settore Healthcare si è posto al terzo posto in Italia raccogliendo 146 mln di investimenti con un aumento percentuale di 4 punti sull’anno precedente. L’Early Stage è sempre una fase critica e complessa per nuove imprese innovative alla ricerca di capitali e frequentemente investimenti in Early Stage sono sostenuti da micro fondi, spesso specializzati e da business angels. Un supporto importante a questa dinamica per tutto l’ecosistema è arrivato da CDP Venture, sia con la creazione degli acceleratori settoriali, sia con il finanziamento di piccoli fondi verticali.
L’Italia non ha solo una carenza di fondi di investimento rispetto ad altri Paesi ma ha anche una limitata capacità di trasformare la ricerca in impresa. Al fine di favorire e sostenere l’innovazione è necessaria una più dinamica collaborazione tra imprese, istituti di ricerca, istituzioni finanziarie e politica. Forse solo la valorizzazione dei ricercatori pubblici e non solo delle loro ricerche, e un ecosistema che favorisca la nascita di nuove start up innovative potrà contribuire allo sviluppo del nostro Paese. Scoraggiati dalle limitazioni poste dal sistema pubblico nazionale alla creazione di nuove imprese e da un meccanismo di tutela dei trovati piuttosto che degli inventori, la maggior parte dei ricercatori italiani rinuncia ad ogni tentativo di trasformare i risultati della propria ricerca in una nuova attività imprenditoriale.
Dal 29 giugno al 3 luglio di terrà a Milano il congresso della Federazione Europea delle società di Biochimica (Febs). A questo evento sono già iscritti oltre 2.000 ricercatori e 4 premi Nobel. Il 30 giugno dalle 17 alle 19, nell’ambito di questa iniziativa, è stata organizzata per la prima volta una sessione dedicata a queste tematiche: “Private and public funds in translational research”. Questa sessione è dedicata a tutto coloro che sono interessati a trasferire la propria ricerca dal laboratorio a nuove applicazioni ed è sostenuta da FEBS Science & Society Committee. Si tratta di un’occasione per conoscere il grande numero di opportunità che ci sono in Italia e in Europa per ricercatori che intendono attivare una nuova impresa e per coloro che hanno già fondato una start up che necessita di ulteriori investimenti.
* Chair Febs 2024, Ordinario di Biochimica dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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