Imprese e mercato
Club Santé Italie: nelle agende politico-istituzionali un’alleanza virtuosa per le grandi sfide della salute
24 Esclusivo per Sanità24
Investimenti in sanità, medicina territoriale, sanità digitale, partenariato pubblico e privato. Queste le priorità discusse oggi a Palazzo Farnese nella prestigiosa sede dell’Ambasciata di Francia in Italia, dai rappresentanti del Governo, ospitati dall’Ambasciatore Christian Masset e da quelli delle aziende di Club Santé Italie: l’associazione senza scopo di lucro che riunisce le aziende francesi del settore della salute e della sanità presenti in Italia, che contribuiscono quotidianamente alla sostenibilità economica e sociale del Paese con circa 12.600 persone impiegate, investimenti pari a € 6.324.628.667 e un fatturato di oltre € 3.774.123.105 nel 2022. “Le realtà imprenditoriali che afferiscono al Club sono profondamente radicate nel nostro Paese. Sono aziende d’eccellenza che credono nelle sue grandi potenzialità e ne accrescono la competitività a livello internazionale - ha affermato Marcello Cattani, presidente di Club Santé Italie, presidente e amministratore delegato di Sanofi per Italia e Malta - Lo spirito con cui apriamo un confronto con i nuovi interlocutori istituzionali è volutamente concreto e costruttivo perché pone al centro temi che sentiamo cruciali per promuovere lo sviluppo e l’innovazione nel settore della salute in Italia e in Europa”.
L’incontro, che ha visto la partecipazione di Valentino Valentini, viceministro Imprese e Made in Italy, Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute e di Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, è stato fortemente voluto dall’Ambasciatore di Francia Christian Masset, in un’ottica di spirito di cooperazione tra i due Paesi e di approccio europeista. “Questo nuovo incontro del Club Santé Italie, che sono felice di ospitare a Palazzo Farnese, dimostra la dinamica comune molto forte avviata dalle aziende francesi e italiane e la loro volontà di far crescere le relazioni economiche tra Italia e Francia nello spirito del Trattato del Quirinale” - dichiara l’Ambasciatore - questi scambi promossi dal Club favoriscono la nascita di nuove partnership tecnologiche e industriali, e permettono alle nostre aziende di partecipare attivamente alla costruzione di un Europa della salute più forte e sovrana “.
Per essere un interlocutore autorevole nel contesto europeo e promuovere progetti e programmi di azione nell’ambito dell’Unione Europea in materia di salute, l’Italia ha bisogno di passare per un progressivo rifinanziamento del sistema che - pure a fronte degli investimenti previsti – vede oggi un gap di oltre il 20% della spesa pro-capite e un profilo decrescente del rapporto tra spesa pubblica e PIL.
Questo per evitare il rischio, come segnalato dal XVIII Rapporto CREA Sanità di un “universalismo selettivo” e dell’aumento del divario tra nord e sud.
A questo si aggiunge l’importanza, sottolineata dalle aziende di Club Santé Italie, di investire sulla competitività del Paese in considerazione, anche, del fatto che, per esempio, il settore farmaceutico e dei dispositivi medici in Italia è fortemente penalizzato, a causa dell’impatto finanziario derivante dal meccanismo del tetto di spesa e del payback. Misure che andrebbero riviste al fine di rendere il Paese maggiormente attrattivo, anche attraverso la promozione della cooperazione tra pubblico e privato in ottica di attrazione degli investimenti.
Infatti, solo grazie alla riorganizzazione funzionale della sanità, come delineato nella Missione 6 Salute del PNRR, e al rilancio della competitività, sarà possibile rimettere al centro il paziente sempre più anziano e affetto da patologie croniche, per le quali sono necessarie politiche sanitarie globali che promuovano anche l’aderenza terapeutica, i cui impatti sono visibili a livello clinico, organizzativo e di sostenibilità per il SSN. "Oltre a invertire il trend dei sotto-finanziamenti alla sanità pubblica, commenta Marcello Gemmato - cosa che il nuovo esecutivo ha già avviato allocando 7 miliardi di euro sul fondo sanitario nazionale per il prossimo triennio, è cruciale rivedere i modelli organizzativi e gestionali dell’assistenza sanitaria a tutti livelli, favorendo soprattutto una migliore programmazione. La chiave è considerare la spesa in sanità non come un onere bensì come fondamentale investimento in salute, in un circolo virtuoso di ottimizzazione delle risorse a beneficio di tutti. Inoltre, per quanto concerne l’assistenza territoriale, - prosegue il Sottosegretario alla Salute- è importante considerare che la continuità della presa in carico del paziente fra ospedale e territorio passa dalla razionalizzazione dei presidi intermedi e di prossimità e dal necessario coinvolgimento della rete dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e delle farmacie. In tal senso, si inserisce con un ruolo centrale anche la telemedicina, che con l’offerta dei diversi strumenti di sanità digitale è in grado di declinare in modo più in concreto il concetto di casa come primo luogo di cura".
Quattro sono in sintesi i temi portati dal Club Santé Italie all’attenzione delle istituzioni presenti:
-Stimolare un contesto sostenibile per gli investimenti in Italia;
-Promuovere partenariati pubblico - privati per favorire uno scenario competitivo e attrarre investimenti;
-Potenziare la medicina territoriale e le cure domiciliari;
-Potenziare la sanità digitale per rispondere ai bisogni dei cittadini
In particolare, rispetto al tema degli investimenti in sanità, la proposta del Club Santé Italie è quella di istituire una cabina di regia per la strategia nazionale in ambito sanitario con il Governo, le Regioni e l’Industria con l’obiettivo di studiare soluzioni, quali ad esempio assicurazioni sanitarie da parte delle aziende private e programmi di welfare, in grado di alleggerire la pressione sul sistema pubblico liberando risorse da investire. Allo stesso modo la promozione di partenariati pubblico-privati può migliorare la sostenibilità del sistema producendo innovazione e garantendo efficienza ed efficacia dei servizi pubblici erogati.
In merito poi ai fondi IPCEI, sarebbe importante lavorare alla creazione di un modello virtuoso in grado di stimolare attrazione di investimenti sia nazionali che esteri valorizzando i punti di forza delle aziende. ”Il settore delle Life Sciences in Italia – commenta Valentino Valentini - è un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale grazie ad una forza lavoro altamente qualificata, all’ottimo sistema accademico e alla ricerca applicata, con investimenti in ricerca e sviluppo in continua crescita. Il Governo sta investendo fortemente nel settore sia in termini economici, grazie anche al rinnovamento del sistema degli incentivi, sia in termini organizzativi, grazie alla creazione di strutture dedicate a favorire gli investimenti sul nostro territorio”.
Attrarre investimenti permetterà anche di attuare una Riforma del modello organizzativo della rete di assistenza ospedaliera e territoriale, così come delineato nella Missione 6 Salute del PNRR, basata sul rafforzamento dell’assistenza domiciliare, della medicina territoriale, sulla realizzazione di nuovi presidi e strutture sanitarie sul territorio - oltre che sul potenziamento del personale sanitario - della prevenzione e della telemedicina attraverso, anche, la creazione di una piattaforma Nazionale per la raccolta dei dati Regionali. La recente pandemia Covid -19 ha infatti evidenziato la necessità di un cambio di paradigma a beneficio del paziente.
Sempre grazie al PNRR sono state inoltre adottate soluzioni digitali in medicina e nell’organizzazione dei servizi sanitari attraverso l’allocazione di 3,49 miliardi per il periodo 2021-2026. I servizi digitali in sanità saranno sempre più decisivi per garantire un'assistenza accessibile e di qualità. È quindi ora fondamentale garantire una regia istituzionale in tema di digitalizzazione attraverso un tavolo di lavoro tra le istituzioni, le rappresentanze dei professionisti della salute, i pazienti e le imprese dell'innovazione. “ L’emergenza pandemica che il nostro Paese ha dovuto affrontare – commenta Alessio Butti - ci ha mostrato con chiarezza quanto sia essenziale investire nella sanità. Con la trasformazione digitale abbiamo oggi l’opportunità di aumentare le nostre capacità di prevenzione e reazione, ottimizzare i costi, ma soprattutto garantire ai cittadini un equo accesso ai servizi sanitari. Da Nord a Sud, ovunque essi si trovino. Per la sanità digitale abbiamo stanziato oltre 2 miliardi di euro dal Pnrr. Sarà ora nostro compito procedere in modo deciso, coinvolgendo tutti gli operatori pubblici e privati, assicurando la sicurezza dei dati e favorendo gli incentivi a sostegno dell’innovazione nel campo della sanità”
La collaborazione e il dialogo tra i diversi stakeholders può stimolare la definizione di standard comuni, favorire l'implementazione del fascicolo sanitario elettronico e promuovere l'efficientamento del Sistema Sanitario Italiano a beneficio dei cittadini e dei professionisti sanitari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA