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Dopo il Covid/ Vecchietti (Intesa Sanpaolo RBM Salute): «Ricetta per assicurare a tutti il Welfare del futuro»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Un welfare integrato in cui pubblico e privato si integrino in modo sostenibile per far fronte sia alle emergenze sanitarie e alla continuità assistenziale sia alla sfida demografica. È questa la ricetta, da attuare con tempestività imparando dalla pandemia. A proporla è Marco Vecchietti, DG e AD di Intesa Sanpaolo RBM Salute.
Partiamo dalla pandemia, quali lezioni trarre per il welfare di domani?
La pandemia ha dimostrato la fragilità di tutti i sistemi sanitari mondiali e in prevalenza di quelli a trazione pubblica. In pandemia la gestione dell’emergenza ha prevalso sulla continuità assistenziale. Le liste d’attesa, da sempre una delle problematiche maggiori dei sistemi sanitari come il nostro a matrice universalistica, cresciute dal 2020 in modo esponenziale, sono il termometro di questa situazione.
In che senso?
Il 2021 si sta caratterizzando per un’importante crescita della spesa sanitaria privata, soprattutto in alcune aree come diagnostica e specialistica. Il comportamento dei cittadini in Regioni con un forte presidio dei Ssr sta andando in questa direzione non solo nel Nord Ovest che ha una maggiore ibridazione dei percorsi di cura, ma anche nel Nord Est dove nei primi mesi dell’anno si è registrata la presenza di liste di attesa anche nel privato.
Per normalizzare la situazione servirebbe mettere a sistema le risorse disponibili, includendo la sanità integrativa che, grazie alla capacità di gestione delle reti delle strutture sanitarie private accreditate e non accreditate, potrebbe rappresentare una risorsa importante per un riassorbimento delle liste di attesa e il ripristino della continuità delle cure, in particolare per i cronici e per i più fragili. Come già avviene ad esempio nel NHS inglese, che garantisce la coperture sulle liste d’attesa del pubblico indennizzando i cittadini dei costi sostenuti per l’accesso a prestazioni del settore privato. Perché ciò accada i due sistemi devono essere allineati e fungibile.
Quindi un modello che vada oltre il Ssn?
Si. Occorre lavorare con un approccio strategico programmando e misurando la capacità d’intervento, e in alcuni casi di supplemento, della sanità integrativa ed integrandola – ove opportuno – sia nella pianificazione sanitaria a livello territoriale sia nei piani di gestione delle emergenze. Un esempio a riguardo potrebbe essere quello legato al coinvolgimento della sanità integrativa nella gestione da parte delle aziende del controllo dei contagi Covid-19, nella misurazione dei livelli anticorpali e nell’eventuale somministrazione della “terza dose”. Il ruolo di compagnie assicurative e Fondi sanitari potrebbe essere valorizzato anche nella gestione dei nuovi bisogni di cura della popolazione a fronte delle dinamiche demografiche, sanitarie e sociali in atto. L’Italia dovrà affrontare presto il nodo della sostenibilità del welfare che ha tassi di dipendenza altissimi con solo il 2,8% di popolazione attiva a sostenere le persone non attive, rispetto a una media europea del 3,3%. Serve un finanziamento prospettico per i bisogni di cura di oggi e di domani.
La cronicità è un ulteriore elemento di appesantimento
Si. In Italia ha una patologia cronica quasi il 40% della popolazione e oltre 12,5 milioni di persone sono multi-cronici. Longevità elevata e cronicità sono i due lati della stessa medaglia. Il nostro welfare nelle fasi più avanzate della vita è inevitabilmente più costoso e potenzialmente anche meno equo perché richiede scelte selettive in termini di accessibilità e, quindi, anche maggior bisogno di integrazione tra spesa pubblica e privata.
In tutto questo il Pnrr che ruolo potrà avere?
L’opportunità offerta dal Pnrr è unica. Il Ssn è stato fondato in un contesto molto diverso da quello attuale, i principi e gli assetti fondamentali rimangono efficaci ma urge un tagliando. La sfida della sostenibilità in sanità dovrà andare oltre la difesa del finanziamento del Ssn, affrontando il nodo dell’organizzazione e gestione della spesa sanitaria privata già oggi elemento caratterizzante del percorso di cura degli italiani.
In che modo?
Le famiglie italiane sono più fragili nel ramo della "assicurazione danni", inclusa la salute, dove si spende meno del 2,8% del Pil rispetto a una media europea del 4,2%. Quasi la metà (47%) va per l’assicurazione-auto obbligatoria. Sui 40 miliardi di premi versati, solo il 18% è per la salute, 3 miliardi, per una spesa sanitaria privata che quest'anno supererà i 42 miliardi. Sono 39 miliardi i costi quindi a carico delle famiglie, naturalmente di quelle che se lo possono permettere. Trasferire il rischio sanitario alle compagnie assicurative è cruciale per aumentare l’accessibilità alle cure.
Nel Pnrr questo come si traduce?
Sarebbe importante riservare una parte degli investimenti, anche contenuta, per supportare la diffusione omogenea della sanità integrativa a tutti i cittadini. A partire da un’adeguata informazione dei cittadini sulle opportunità offerte dall’attivazione di un "secondo pilastro sanitario". Va superato l’impianto dei benefici fiscali per la sanità integrativa, anacronistico e discriminatorio, per un "livellamento del campo di gioco" come accaduto con la previdenza complementare. Oltre 12 milioni di persone oggi in Italia, quasi sempre grazie ai Ccnl hanno accesso a una forma di sanità integrativa. Questo "ombrello" va esteso a chi oggi non può goderne. La pandemia ne ha mostrato l’utilità vedendo crescere fondi sanitari e polizze salute.
Chiedete al Governo di "battere un colpo"?
Confidiamo in un’attenzione delle Istituzioni, intanto abbiamo fatto il primo passo. Da gennaio 2021, in tutte le filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo, è possibile attivare una polizza sanitaria integrativa, "modulare" inclusa nel prodotto XME Protezione. Vogliamo raggiungere fasce sempre più larghe di persone con offerte dedicate anche alle più fragili, in particolare gli anziani e i cronici e mettere a disposizione dei nostri clienti un complemento al Servizio sanitario nazionale per le diverse fasi della vita.


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