Imprese e mercato
Farmacie: Barra (Wba), a Milano primo test su futuro investimento in Italia
di Rosanna Magnano
24 Esclusivo per Sanità24
Approccio multicanale al paziente, attraverso app e social che ricordano quando assumere i farmaci e monitorano l'aderenza terapeutica; screening, vaccini e check up in farmacia; raccolta e analisi dei dati per rendere più efficiente il servizio e snellire la filiera. Sono alcuni esempi del ruolo sempre più strategico che l'innovazione tecnologica gioca nella competitività della farmacia, sempre più connessa e 4.0, senza rinunciare al contatto umano e al rapporto di fiducia tra consumatore e farmacista, che resta il vero valore aggiunto della farmacia privata. È questa la formula per la farmacia del futuro lanciata a Monte Carlo, dalla Convention europea di Alphega Pharmacy, un network di farmacisti indipendenti – promosso da Walgreens Boots Alliance (Wba) nel 2001 - che ad oggi offre supporto a più di 6.600 farmacisti aderenti in 9 paesi, tra i quali l'Italia, dove la rete coinvolge circa 750 farmacie indipendenti. Wba è tra i leader a livello globale nei servizi per la salute, con una rete di 18.500 punti vendita in 11 Paesi e oltre 390 centri di distribuzione in più di 20 Paesi, per un fatturato complessivo che nel 2018 ha toccato 131,5 miliardi (+11,3% rispetto al 2017).
Farmacia italiana tra le meglio attrezzate
«La farmacia italiana - dichiara Ornella Barra, Co-Chief operating officer di Wba, in un incontro con la stampa italiana - è una delle meglio attrezzate e più presenti sul territorio. E i farmacisti italiani devono difendere questo patrimonio e rendersi conto che per mantenerlo devono saperlo adeguare ai tempi e venire incontro alle necessità di pazienti e consumatori. Sono estremamente consapevole della potenzialità della farmacia italiana, sono farmacista anche io e nel mio dna c'è la logica di difendere il farmacista indipendente. Ma bisogna stare al passo». La tecnologia sta infatti ridefinendo anche il ruolo del farmacista, in un momento di grandi cambiamenti nell'area della sanità, tra invecchiamento della popolazione e costi sanitari crescenti. Così come nella distribuzione dei farmaci, con i big dell'e-commmerce – Amazon in testa - che entrano a gamba tesa nell'area salute.
Integrare soluzioni digitali e contatto umano
«L'innovazione tecnologica è l'area a cui bisogna dedicare la maggiore attenzione - sottolinea anche Stefano Pessina, executive vice chairman e chief executive officer di Wba, che in questa direzione ha siglato partnership strategiche con Microsoft e Verily - perché la farmacia diventi un vero e proprio punto-salute in cui contatto umano e soluzioni digitali si integrino. La presenza della farmacia sul digitale, attraverso app e data analitics è fondamentale per offrire un servizio migliore ai pazienti e rendere la farmacia più efficiente e competitiva».
L'interesse di Walgreens Boots Alliance (Wba) per l'Italia è duplice. Da un lato, il rafforzamento di Alphega: «Attraverso Alphega - spiega Barra - offriamo supporto al farmacista su tutti quegli aspetti che non fanno parte delle sue competenze tradizionali. Quindi parliamo di business solution, marketing, soluzioni digitali per il paziente, branding».
Il vento dell'aggregazione
Alphega si candida così a intercettare un vento di aggregazione che negli ultimi tempi ha iniziato a soffiare anche in Italia. La presenza di aggregazioni di farmacie in Italia è in evoluzione. Dai dati Iqvia sul 2018 emerge che le catene reali riguardano solo l'1,6% delle farmacie, cui si aggiunge il 10,6% di catene virtuali (network) per una quota di mercato pari al 13 per cento. Il 18,5% delle farmacie è associato a catene virtuali "light" e il resto (69,3%) sono farmacie indipendenti. Nel 2021 le stime Iqvia prevedono un aumento della quota di farmacie riunite in catene reali fino al 10,3%, con una quota di mercato vicina al 15 per cento.
Acquisizioni Wba in Italia, cantiere aperto
E in questo contesto, l'interesse potenzialmente di maggior impatto da parte di Wba verso il mercato italiano passa da un possibile programma di vere e proprie acquisizioni. Un'idea di cui si parla da tempo, che procede a piccoli passi. «Prima di definire progetti di investimento in Italia - continua Barra - stiamo facendo un test sul territorio (due farmacie a marchio Boots a Milano, ndr). Guardiamo, verifichiamo, testiamo il mercato. Questo è sempre il nostro approccio a livello mondiale. La nostra caratteristica è di non trasferire un modello ma di creare un modello adatto alle richieste dei consumatori del singolo paese. Per fare questo bisogna prendere tempo, investire risorse, formare le persone».
Con la legge sulla concorrenza libertà di scelta dei farmacisti
Una scelta a lungo ponderata, anche in attesa di un assetto normativo certo. «Il Governo ha dimostrato buon senso – continua Barra - nel mantenere la legge sulla concorrenza approvata un anno fa. Questo dimostra equilibrio. C'è consapevolezza della necessità di evolvere e che l'ingresso delle società di capitali nel settore della farmacia rappresenta un'opportunità. La legge approvata nell'agosto scorso (legge sulla concorrenza, che apre alle società di capitali la titolarità delle farmacie con un tetto del 20% sui punti vendita presenti in una regione ndr) consente al farmacista di scegliere: se vuole restare indipendente, se vuole crearsi una propria catena - ad esempio in Inghilterra ci sono farmacisti che hanno più di 100 farmacie proprie - o se sente la necessità di vendere la farmacia o ancora di restare dentro la società vendendo una partecipazione di maggioranza che consenta a una catena di utilizzare il proprio brand. Le possibilità sono tante. Ritengo che la cosa fondamentale sia la libertà. Dobbiamo considerare che in Italia c'è una situazione finanziaria estremamente precaria per la farmacia e può essere interessante avere la possibilità di vendere la farmacia senza dover per forza chiudere, senza fallire».
La chance degli investimenti
Rispetto ai tentativi di M5S e Lega, finora non andati in porto, di frenare l'ingresso delle società di capitali nel settore della farmacia, prima nella legge di bilancio poi nel Dl Semplificazioni, Ornella Barra si dichiara fiduciosa: «Confido nella capacità politica di chi gestisce un paese come l'Italia». E auspica coerenza. «Se i nostri politici – spiega - sostengono che è importante attirare capitali dall'estero e c'è una forte predisposizione per un legame con gli Stati Uniti, noi siamo un'azienda americana, quotata alla Borsa di New York e ancora una volta il Governo avrà il buon senso di capire che aziende americane possono investire in Italia. Stiamo facendo un test a Milano. Abbiamo acquisito, con il nostro brand, due farmacie che stavano per fallire». La valutazione da parte di Wba è quindi in corso e il processo sarà in ogni caso graduale. Nessuna invasione, quindi. «In Inghilterra, dove ci sono 12mila farmacie - conclude Barra - dopo 170 anni dalla nascita di Boots, abbiamo messo insieme soltanto 2.500 farmacie e ci sono ancora 6mila farmacie indipendenti. Negli Usa abbiamo 10mila farmacie, ma Walgreens è presente da 110 anni».
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