Imprese e mercato
Sanità integrativa, le mutue aprono a giovani, atipici e precari
di Barbara Gobbi (da www.ilsole24ore.com)
Il rimborso del ticket, un sussidio per la malattia, agevolazioni nelle strutture sanitarie e para-sanitarie convenzionate, un sussidio di ricovero garantito fin dal primo giorno per malattia e intervento chirurgico. Questi i vantaggi che le mutue integrative mettono sul piatto dell'offerta rivolta a giovani, lavoratori autonomi, precari, liberi professionisti e free lance. Una platea fatta di “under 35” e di donne, che in un contesto dove il Servizio sanitario pubblico non riesce a coprire i bisogni di cure, dove la spesa “out of pocket” è stata stimata a 36-37 miliardi di euro, rischia di rimanere emarginata dal diritto all’assistenza.
La platea possibile. «Il rischio più prossimo è una frattura sociale sull'equità dei livelli di tutela», spiega Placido Putzolu, presidente della Fimiv, la Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria, che in questi giorni ospita a Roma l'Assemblea generale dell'Associazione internazionale delle mutue. Il cui presidente Christian Zahn precisa: «Perché il sistema solidaristico del mutuo soccorso sia sostenibile, ha bisogno di coinvolgere tutti, non solo malati, poveri e anziani ma anche i giovani. Perché chi ha i giovani ha il futuro».
Le chance per i contratti a tempo determinato. La mano tesa della mutualità è rivolta agli atipici ma anche al “popolo del tempo determinato”: «Alcuni lavoratori hanno infatti pieni diritti, mentre gli altri, se hanno un fondo che nasce dentro l'azienda, nel momento in cui cessano il rapporto di lavoro vedono anche estinguersi il loro diritto in materia di sanità integrativa”, aggiunge Loredana Vergassola, del Centro studi Fimiv. Le mutue sanitarie invece tutelano sia i pensionati sia i lavoratori no contrattualizzati e aiutano a colmare questa progressiva ingiustizia che si sta producendo tra i lavoratori dipendenti che hanno l'integrazione e lavoratori di altro tipo che non la hanno e sono costretti a finanziarsela da soli, essendo lasciati al mercato brutalmente e sostanzialmente privi di qualsiasi tutela”.
Il profilo giuridico. Le società di mutuo soccorso sono riconosciute quali fonti istitutive e gestionali di fondi sanitari sia “chiusi” (di derivazione negoziale) sia aperti (territoriali), in quanto possono surrogare la mancata regolamentazione del fondi sanitari integrativi aperti, avvalendosi dei propri istituti normativi e di un vantaggio fiscale proprio. È invece pratica costitutiva delle società di mutuo soccorso, qualora istituiscano un fondo sanitario o ne gestiscano uno, il mantenimento del rapporto associativo anche dopo l'uscita del lavoratore dallo stesso fondo per le più diverse ragioni e la sua presa in carico rientra nella sussidiarietà generale e circolare espressa dalle adesioni individuali.
La priorità: difendere la biodiversità economica. «Chi attacca le mutue sotto più fronti non considera un dato fondamentale - spiega l'economista Stefano Zamagni -: in Paesi come gli Stati Uniti, in cui tutto è affidato solo alle assicurazioni private, si è arrivati al tracollo, con una spesa sanitaria pari al 20% del Pil. Noi sappiamo che il tipping point, ovvero il punto di non ritorno, è del 25%. L'Italia spende meno della metà eppure ha una performance, rispetto agli standard definiti dall'Oms, di gran lunga superiore. Basta questo dato per dimostrare che occorre difendere la biodiversità economica e soprattutto per affermare che l'ostilità nei confronti delle mutue è ingiustificata e irriconoscente».
Le novità dopo l’inserimento nella Riforma del Terzo settore. Incoraggiante, l'inserimento delle società di mutuo soccorso nella Riforma del Terzo Settore. Orfana di una legge recente che ne valorizzi le specificità, la mutualità in Italia fa ancora riferimento alla legge 3818 del 1886, aggiornata nel 2012 con un decreto legislativo. «È un riconoscimento importante da parte del legislatore - spiega ancora Zamagni -. E questo dovrebbe consentire alle mutue di ottenere una serie di benefici fiscali e di accedere a strumenti di finanza sociale. Pensiamo ai social impact bond, ai social lending e ai titoli di solidarietà. Da parte delle mutue e della loro associazione “umbrella” occorrerà muovere passi sempre più decisivi nella promozione e diffusione perché c'è molta ignoranza e bisogna far comprendere quale sia la strategia generale della mutualità. Ora - avverte Zamagni - bisogna vigilare perché nei successivi regolamenti non vengano introdotte delle limitazioni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA