Imprese e mercato
Farmaci, le industrie archiviano un 2015 da record: più export, investimenti, occupazione e produzione. Scaccabarozzi: «Ora la governance»
di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore di oggi)
Export, investimenti in R&S, produzione, occupazione: la farmaceutica made in Italy si avvia a chiudere il 2015 con un poker di successi nel core business e negli asset fondamentali delle attività d'impresa. Consolidando, e anzi rafforzando, la sua leadership tra le imprese manifatturiere, e non solo, ma insieme gettando le basi per un 2016 che si stima ancora in crescita. L'export, a quota 15,8 mld, è cresciuto del 6% in dodici mesi, la produzione con 28,7 mld è balzata in avanti del 6,3%, gli investimenti con 1,35 mld segnano quasi +10%, i posti di lavoro sono cresciuti di 5mila unità in 18 mesi circa. Questo dicono i dati Istat rielaborati da Farmindustria, l'associazione delle imprese farmaceutiche operanti in Italia, a conferma di un settore che macina record e si candida ancora una volta come uno dei treni cruciali per la ripresa dell'economia nazionale.
Scaccabarozzi: «Promessa mantenuta». «Avevamo preso l'impegno di contribuire alla ripartenza del sistema-Italia. Abbiamo fatto la nostra parte per intero, l'abbiamo fatta anche oltre le previsioni. Sono molto soddisfatto di come le nostre imprese hanno saputo rispondere a questa sfida»: Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, non nasconde la consapevolezza per i numeri raccolti dalle industrie del Pharma in un 2015 che forse per la prima volta non ha dovuto rincorrere la solita emergenza di regole che cambiano di continuo e di tagli meno impetuosi del passato. Di questo, dice, «devo dare atto al Governo». E già, perché con Matteo Renzi in primis Big Pharma, ma l'intero settore industriale, aveva quasi aperto una scommessa. Stabilità di regole, più occupazione e investimenti. Come è avvenuto, con un ruolo non certo di secondo piano della ministra Beatrice Lorenzin.
Prospettive 2016 e sos pay back. Ma che trend ci si attende per il 2016? «Penso che potremmo crescere ancora», afferma Scaccabarozzi. Un condizionale legato a quella che è la richiesta sul tavolo delle imprese: «Serve una nuova governance. Con questo sistema dei tetti e del pay back per l'ospedaliera, non ce la facciamo più. Paghiamo fino a 1 mld di ripiani. È impossibile continuare così, investire ancora in Italia diventa una scommessa persa in partenza». La speranza è che il tavolo al Mise produca i suoi frutti: «Ci aspettavamo una risposta con la legge di Stabilità, non è stato possibile. Speriamo che nei primi mesi dell'anno sia finalmente possibile. Altrimenti l'accesso all'innovazione, tanto più quella poderosa che sta arrivando con farmaci che eradicano le malattie, sarà impossibile in Italia. Il Governo ha fatto molto on la manovra col Fondo per l'innovazione, ma ora si deve andare avanti con la nuova governance», è l'allarme del presidente di Farmindustria.
Tutti i numeri 2015. Intanto i numeri di mercato di un 2015 che sta per chiudere, testimoniano i successi dell'anno che sta per chiudersi. A partire dall'export, di cui la farmaceutica è una sorta di testimionial del nostro Paese. Dove accanto a Big Pharma, figurano sempre più numerose anche le imprese a capitale italiano. La crescita del 5% sul 2104, vede in testa nell'ordine le province di Latina (3,8 mld), Frosinone (2,37), Milano (2) e Ascoli Piceno (1,6) realizzano quasi il 70% del totale dell'export di settore. Con le prime 25 Province che ne realizzano oltre il 90%, e che vedono tra le regioni regine il Lazio, la Lombardia, La Toscana e l'Emilia Romagna. L'export del farmaceutico, per dire, vale il 5,4% dell'intero settore manifatturiero, per il 69% va verso la Ue, il resto in altri mercati esteri.
Ma non solo, Altro indice di un 2015 in crescita è quello della produzione. Con 28,7 mld in totale, è salita del 6,3% rispetto al 2014 e del 10,6% dal 2010, dopo aver scontato alcuni anni di flessione. Si pensi che nello stesso periodo le attività manifatturiere hanno visto un calo del 7,1% dal 2010 e un aumento dell'1,1% nel 2015 sull'anno prima. Soltanto mezzi di trasporto e petrolifero sono cresciuti di più rispetto al 2014, ma segnando cali anche a due cifre tra il 2010 e il 2015.
Dati in rosa che ha fatto segnare anche l'impegno degli investimenti in ricerca e sviluppo. In questo caso le stime del 2015 indicano un valore di 1,45 mld. Erano 1,35 mld nel 2014 e 1,22 nel 2013. In due anni il balzo in avanti per gli investimenti in R&S è stato pari a +19%. «Vorremmo e potremmo fare di più», auspica Scaccabarozzi. Nuova governance permettendo.
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