Imprese e mercato

Protesi: record in Italia con oltre 200mila interventi

Anca e ginocchio, ma anche spalla, gomito e caviglia: con oltre 200mila interventi l'anno l'Italia si attesta tra i primi Paesi in Europa per il numero di protesi impiantate. Un numero altissimo e in crescita. Tanto che negli ultimi 15 anni si è registrato un aumento del 141% di quelle di anca e del 226% quelle del ginocchio. E' quanto emerso durante il centesimo Congresso della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) in corso a Roma. Secondo i dati della Siot, in Italia vengono impiantate ogni 100mila protesi d'anca, poco più 85mila di ginocchio e circa 15mila tra spalla, gomito e caviglia. E' al Nord e su donne che si eseguono la maggior parte degli interventi. E una caratteristica degli ultimi anni è che il boom degli interventi per l'impianto non riguarda solo gli anziani, ma anche i giovani, tra i quali l'aumento è stato del 145% per le protesi di anca e del 283% al ginocchio. Merito di nuove tecniche e nuovi materiali, sempre più sicuri.

«In passato - spiega Vito Amorese, presidente del Congresso Siot e primario di Ortopedia all'ospedale San Giuseppe di Albano Laziale - l'impianto di protesi era riservato ai soli pazienti anziani con una scarsa richiesta funzionale. Oggi, l'impostazione è cambiata grazie allo sviluppo del disegno e della qualità dei materiali».

Il centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità ha calcolato che negli anni 2001-2014 c'è stato un aumento considerevole del numero di impianti protesici. Con qualche differenza: per l'artroprotesi d'anca gli interventi primari totali e le revisioni interessano prevalentemente le donne; l'età media dei pazienti varia da 66 a 72,4 anni. Anche per quanto riguarda il ginocchio la sostituzione primaria e di revisione interessa prevalentemente le donne. L'età media questa volta varia da 69 a 70,2 anni. Dati in linea con quanto accadeva 10 anni fa negli Stati Uniti, alla baby boom generation.

«Questa generazione - sottolinea Amorese - grazie allo sviluppo della medicina e dello stile di vita, ha allungato molto l'età media e l'attività degli individui che continuano a fare sport anche in età avanzata: da qui la necessità di disporre di protesi che permettano il perdurare delle attività precedenti all'impianto, e che abbiano caratteristiche che rispondano ad una richiesta funzionale sempre più elevata. Anche per questo - conclude l'esperto - sarà necessaria una forza-lavoro di ortopedici sempre più qualificata e consistente».


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