Sentenze

Lorenzin: sui vaccini non possono decidere i giudici

La sentenza della Corte di Appello di Bologna in merito all'assenza di un nesso di correlazione tra le vaccinazioni e l'autismo «conforta tutti quanti noi, anche se io ribadisco che non possono essere organi giurisdizionali a dare pareri di tipo scientifico come è successo per il tribunale del lavoro di Rimini». È quanto sostiene il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ricordando che in Italia si stanno susseguendo casi come questo, «lo abbiamo visto sul caso Stamina, che è stato quello più eclatante, ma anche molte altre volte e questo può generare nei cittadini una disinformazione o delle forme di psicosi che poi comportano il non orientarsi verso quelle che sono le prescrizioni del sistema sanitario nazionale».

Il ministro, inoltre, ricorda che le vaccinazioni «sono importantissime, sono l'arma più efficace per proteggerci da malattie gravi e potenzialmente mortali, che oggi non si manifestano nella loro severità solo e proprio grazie alle vaccinazioni. Vorrei ricordare che, prima della scoperta di questa formidabile arma di prevenzione, milioni di persone sono morte colpite da malattie terribili come il vaiolo, la difterite, il tetano, tanto per citarne solo alcune. Dobbiamo acquisire la consapevolezza che senza vaccinazioni si può morire e questo è ancora più importante tra le fasce fragili della popolazione come bambini e anziani. Per questo è estremamente importante continuare una battaglia pro vaccini nel nostro Paese al fine di scardinare dicerie prive di sussistenza scientifica sulla loro sicurezza che hanno generato, non solo Italia, una diminuzione delle vaccinazioni volontarie e obbligatorie con tutti i rischi che ne conseguono».

Il commento dell'Iss Per l'Istituto superiore di sanità (Iss) «c'è voluta una sentenza dello Stato italiano per ribadire un dato acquisito da tempo nella comunità scientifica e cioè che non c'é correlazione tra vaccinazione e autismo». L'ultima e più recente revisione sistematica pubblicata sul Journal of Pediatrics nel marzo del 2013 andava in questa direzione, così come i dati forniti dai CDC di Atlanta e da tutti le ricerche finora effettuate. Eppure, «c'è stato bisogno di un processo - sottolinea l'Iss - con più di un grado di giudizio. Ciò che preoccupa non è tanto la vicenda in sé, ma sue le ricadute in termini di salute pubblica. L'effetto mediatico di queste vicende ha fatto registrare nel nostro Paese una tendenza alla riduzione della copertura vaccinale che ha già danneggiato centinaia di persone, soprattutto bambini e anziani, cioé i soggetti più vulnerabili. Ci auguriamo che questa sentenza sia un volano per una buona informazione che contribuisca a supportare le evidenze scientifiche e, soprattutto, che non vengano più usate vicende dolorose per mettere a rischio risultati consolidati in tanti decenni di campagne di prevenzione per tutelare la salute di tutti».