Europa e mondo

Edulcoranti: c'è carenza di rigore scientifico nella raccomandazione "condizionale" dell’Oms

di Carlo La Vecchia*

S
24 Esclusivo per Sanità24

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente pubblicato delle nuove linee guida in cui suggerisce di non utilizzare edulcoranti a basso/nullo contenuto calorico come mezzo per ottenere il controllo del peso o per ridurre il rischio di malattie croniche quali malattie metaboliche, cardio o cerebro vascolari.
Questa raccomandazione, oltre a non considerare i soggetti diabetici o prediabetici, è condizionale, quindi basata su evidenze di limitata certezza. Inoltre, si basa essenzialmente su risultati di studi osservazionali (in particolare di coorte). Tali studi, forniscono informazioni sul potenziale uso a lungo termine degli edulcoranti. Tuttavia, solo una parte degli studi osservazionali include misure ripetute dell'esposizione agli stessi edulcoranti.
Gli studi osservazionali sono esposti a una serie di errori sistematici (bias) e difficilmente possono dimostrare associazioni modeste, ovvero rischi relativi vicini alla unità – al più dell'ordine da 1,1 a 1,3 – come quelli riportati da tutti gli studi disponibili sugli edulcoranti a basso/nullo contenuto calorico considerati nelle linee guida OMS. Gli studi osservazionali sono esposti a errori sistematici di informazione, selezione, bias di partecipazione, di risposta al follow-up e altri.
Più importante ancora, la questione chiave in questo specifico caso è la causalità inversa (reverse causation). In sintesi, i soggetti in sovrappeso e affetti da obesità tendono a usare più frequentemente e più a lungo termine gli edulcoranti a basso/nullo contenuto calorico, e questo ragionamento può applicarsi – oltre che ai diabetici – in particolare a soggetti ad alto rischio di malattie vascolari, cioè quelli con ipertensione, ipercolesterolemia e così via.
L'evidenza degli studi di coorte osservazionali non è inoltre coerente con quella degli studi clinici randomizzati (randomized clinical trials, RCT) che indicano un effetto favorevole – seppur moderato, e nel breve termine – degli edulcoranti sulla riduzione delle misure del peso e della massa corporea, e di conseguenza sugli indicatori di rischio metabolico e cardio-metabolico.
L'evidenza di studi osservazionali a lungo termine sull’utilizzo di edulcoranti, privi di misurazioni ripetute dell'esposizione, è quindi difficilmente interpretabile, se non del tutto non interpretabile, e il suo utilizzo come base delle linee guida dell'OMS è di conseguenza aperto a sostanziali critiche.
Tale evidenza è inoltre non coerente con i pochi dati di studi osservazionali con misurazioni dell'esposizione ripetuta, che hanno consentito l'analisi del cambiamento o della sostituzione di edulcoranti a basso contenuto calorico nel tempo. L'evidenza complessiva di una meta-analisi di 14 studi prospettici che analizzano i periodi successivi all'esposizione non indica alcun effetto cardio-metabolico negativo ai dolcificanti non a basso/nullo contenuto calorico e, semmai, un modesto beneficio cardio-metabolico della sostituzione di bevande contenenti zuccheri con bevande a basso contenuto calorico. Ciò è coerente con i risultati chiave degli studi clinici controllati.
Inoltre, il potenziale vantaggio degli edulcoranti a basso contenuto calorico in termini di riduzione dell’apporto calorico si riferisce essenzialmente alle bevande, poiché negli alimenti solidi essi vengono sostituiti da altri nutrienti contenenti un numero analogo o anche maggiore di calorie, quali i grassi.
Va infine ribadito il ruolo chiave degli edulcoranti a basso contenuto calorico per il controllo della glicemia nei diabetici e prediabetici, che, come sottolineato in precedenza, non sono stati considerati nelle linee guida OMS.

* Membro dell’ISA (International Sweeteners Association) Advisory Board e Ordinario di Statistica medica ed Epidemiologia del Dipartimento Scienze Cliniche e di Comunità dell’ Università di Milano


© RIPRODUZIONE RISERVATA