Europa e mondo
Draghi ai leader Ue, test Covid all'ingresso in Italia per proteggere Ssn e conservare vantaggio su Omicron
di Radiocor Plus
24 Esclusivo per Sanità24
Parlando alla sessione del Vertice Ue dedicata alla situazione pandemica il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ricordato i numeri elevati del tasso di vaccinazione nel nostro Paese (83-85% per cento di vaccinati in Italia. Circa 500.000 dosi al giorno), e come la variante Omicron sia per ora meno diffusa in Italia che in altri Stati Membri. Occorre - è pertanto il ragionamento fatto da Draghi, secondo quanto riportano fonti italiane - mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale. Questa la ragione alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Nel suo intervento nella sessione dedicata al Covid Draghi ha sottolineato la necessità di rafforzare la definizione di alcuni aspetti: le vaccinazioni, la data di scadenza del Green pass e la campagna sulla terza dose. Riguardo al testing e alla flessibilità nazionale sulle misure, Draghi è tornato a ricordare, come aveva già fatto ieri in Parlamento, le 135mila persone decedute in Italia a causa del Covid e la caduta, pari al 9% del Pil.
Fonti Ue hanno ad ogni modo indicato che nessuno dei leader europei ha sollevato specificatamente il caso dell'Italia che ha deciso di obbligare chi entra nel territorio nazionale a un test Covid-19 pur se vaccinato. Così come non è stato sollevato il caso specifico degli altri tre Paesi che hanno compiuto lo stesso passo (Portogallo, primo Stato a decidere in tal senso, Irlanda e Grecia). Le stesse fonti hanno confermato che in ogni caso si tratta di scelte unilaterali che sono possibili in quanto prerogativa nazionale. Le regole Ue prevedono che uno Stato informi Bruxelles 48 ore prima dell'entrata in vigore di misure restrittive «se possibile».
Intanto il ministro della Salute Speranza ha partecipato oggi pomeriggio in videoconferenza al G7 dei ministri della Salute. Alla luce del quadro epidemiologico esposto dagli esperti inglesi sulla diffusione della variante Omicron, i ministri hanno condiviso l'esigenza di rafforzare le campagne vaccinali e insistere sulle cautele comportamentali.
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