Europa e mondo
G20 Salute-Finanze/ La promessa di vaccinare il 70% del mondo entro metà 2022. Nasce una Task Force. Oms con Harry e Meghan: dove sono le dosi?
di Barbara Gobbi
24 Esclusivo per Sanità24
«Al fine di contribuire a raggiungere gli obiettivi globali di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i paesi entro il 2021 e il 70% entro la metà del 2022, come raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità, adotteremo misure per contribuire ad aumentare la fornitura di vaccini e prodotti e input medici essenziali nei paesi in via di sviluppo e rimuovere i vincoli di fornitura e finanziamento». Così nel comunicato congiunto approvato all'unanimità al termine della prima riunione dei ministri delle Finanze e della Salute del G20 di venerdì 29 ottobre a Roma, alla vigilia del G20 sotto la presidenza italiana. «Ribadiamo il nostro sostegno - si legge ancora nel testo - ai fini di rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento, di aumentare la distribuzione e la somministrazione dei vaccini, nonché la capacità di produzione locale e regionale, anche attraverso hub di trasferimento tecnologico in varie regioni, come siti produttivi di vaccini a mRna di nuova costituzione in Sud Africa, Brasile e Argentina, e attraverso la produzione congiunta». Per raggiungere questi obiettivi Roma dà vita a una Task Force congiunta salute-finanze: «finalizzata - scrivo i leader del G20 - a rafforzare il dialogo e la cooperazione globale sulle questioni relative alla strategia di prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia, promuovendo la scambio di esperienze e migliori pratiche, sviluppando accordi di coordinamento tra ministeri delle finanze e della salute volti a promuovere l'azione collettiva, a valutare e affrontare le emergenze di salute con impatto transfrontaliero e incoraggiando un'efficace gestione delle risorse far fronte alla pandemia, secondo un approccio One Health». La Task Force sarà inizialmente a doppia guida, presieduta congiuntamente dalle presidenze del G20 2021 e 2022 e quindi Italia e Indonesia. Riferirà ai ministri della salute e delle finanze all'inizio del 2022 e sarà assistita da un segretariato ospitato presso l'Oms, con il sostegno della Banca Mondiale. Il segretariato si avvarrà delle competenze del G20 e delle istituzioni finanziarie internazionali.
«Oggi - ha avvisato il ministro della Salute Speranza - abbiamo stabilito di portare i vaccini ad almeno il 70% della popolazione mondiale entro il 2022. Nell'immediato l'obiettivo è portare le dosi nei paesi più deboli, il secondo obiettivo è il trasferimento tecnologico ma sarà un processo graduale perché produrre un vaccino non è affatto immediato. Oggi è stata una riunione importante - ha detto - anche di confronto: da ogni angolo del mondo arrivano ricerche che ci dicono che i vaccini sono sicuri e dobbiamo continuare questo lavoro: non stancarci mai di dare alle persone il messaggio secondo cui i vaccini sono la vera via d'uscita da questa emergenza». Concetto rafforzato su Facebook: «Oggi al G20 Salute e Finanze - ha "postato" il ministro - ho ribadito l'importanza di rafforzare ed estendere i servizi sanitari a livello locale, nazionale e internazionale. Dobbiamo garantire a tutta la popolazione mondiale un accesso rapido ed equo al vaccino, nella dichiarazione finale abbiamo rilanciato gli obiettivi del 'Patto di Roma' per la vaccinazione globale. Senza investimenti nella salute di ogni essere umano non esiste crescita sociale né economica».
Se il G20 Finanze-Salute ha alzato l'asticella delle donazioni, arrivando al target 70% per metà 2022, sui numeri delle dosi i grandi non si sono sbilanciati.
La lettera aperta di Oms e Duchi del Sussex. Anche a sottolineare questa vaghezza rispetto ai quantitativi, è arrivata alla vigilia del G20 la lettera scritta dal Dg Oms e dai Duchi del Sussex. «Sono molte le crisi con cui voi, leader del nostro pianeta, dovete fare i conti questo fine settimana: l'emergenza climatica, lo stato dell'economia globale, un nuovo impegno verso il multilateralismo. Eppure, per molti versi, fare progressi su queste priorità dipende dalla capacità di sconfiggere questa pandemia. Dalla cooperazione che promettete dipende, letteralmente, la vita». Si chiude così la "lettera aperta" inviata ai leader mondiali da Tedros Adhanom Ghebreyesus e dai Duchi del Sussex Harry e Meghan. «Quando i leader delle nazioni più ricche del mondo si sono incontrati al vertice del G7 a giugno - scrivono - hanno annunciato l'invio di 1 miliardo di dosi ai paesi a basso e medio reddito per aiutare a vaccinare il mondo. Le aziende farmaceutiche si sono impegnate quasi allo stesso modo. Tuttavia, poiché diverse nazioni non hanno ancora abbastanza vaccini per i propri operatori sanitari, il mondo si chiede: dove sono le dosi? Dei quasi 7 miliardi di dosi che sono state somministrate a livello globale, solo il 3% delle persone nei paesi a basso reddito ha avuto finora un vaccino. Dove sono gli altri?». Da qui le richieste di un recupero serrato per recuperare il gap. La prima sollecitazione di Oms e Duchi del Sussex ai grandi della terra per garantire le vaccinazioni Covid a tutto il mondo è «colmare immediatamente il divario di 550 milioni di dosi per accelerare verso l'obiettivo di copertura del 40% della popolazione mondiale entro fine 2021, accelerando gli impegni già assunti con Covax, impegnandone di nuove, eseguendo scambi di dosi con lo stesso Covax ed eliminando le restrizioni all'esportazione di vaccini». Secondo, «finanziare interamente l'acceleratore Access to Covid-19 Tools (Act) per consentirgli di svolgere il suo ruolo vitale di fornire vaccini, diagnosi e trattamenti alle persone più vulnerabili del pianeta». In terzo luogo, ai leader si chiede di dare alle aziende farmaceutiche standard di trasparenza più elevati, compresa la pubblicazione di proiezioni della produzione mensili e programmi di consegna, così da aiutare i paesi a pianificare meglio la ricezione e la condivisione delle dosi. Infine: condividere la tecnologia dei vaccini e smantellare le barriere alla produzione accogliendo la proposta di decine di paesi di abolire i vincoli di proprietà intellettuale in tempi di crisi globale.
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