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Kluge (Oms Europa): «Sosterremo le scelte di obbligo vaccinale». Poi: «Servono equa distribuzione dei vaccini, produzione diffusa e inclusione del privato»
di B. Gob.
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«Ci sono 3 direzioni strategiche per uscire dal caos. Primo, distribuire equamente i vaccini. In secondo luogo, abbiamo bisogno di un approccio olistico per aumentare la diffusione, la produzione, inclusa una maggiore diversità nella produzione geografica. Terzo, più condivisione, senza tralasciare nessuna opportunità, non importa se multilaterale o bilaterale. E dobbiamo farlo con il settore privato». Così il direttore dell'Oms Europa Hans Kluge nel discorso di apertura della 71ma assemblea dell'organizzazione per l'area regionale che include l'Italia.
«Ridurre lo scetticismo sui vaccini - ha affermato Kluge - è una priorità assoluta, e si persegue coinvolgendo e responsabilizzando le comunità sulla base di dati solidi, su cui stanno lavorando i nostri team, incluso il team di scienze comportamentali. Se i ministri decideranno di optare per la vaccinazione obbligatoria, staremo con loro per esprimere apprezzamento e anche per sottolineare alcuni avvertimenti come, ad esempio, che i sistemi sanitari già sovraccarichi potrebbero essere ancora più gravati».
La seconda direzione strategica è quella di «implementare approcci sfumati nella regione europea - ha detto Kluge - compresa l'espansione dei programmi di vaccinazione per i bambini e per dosi aggiuntive. Non possiamo più vedere che le dosi aggiuntive sono i cosiddetti booster di lusso. È un modo essenziale per proteggere i più vulnerabili nella nostra società. Se consideriamo che Sars-CoV-2 continuerà a mutare e che rimarrà con noi per sempre, come l'influenza, faremmo meglio ad adattare i nostri programmi di vaccinazione alla trasmissione endemica. Abbiamo un disperato bisogno di informazioni sull'impatto di dosi aggiuntive sulle persone vulnerabili. Ne ho discusso con Anthony Fauci ad agosto durante la mia missione negli Stati Uniti d'America, e anche di recente con il ministro della salute di Israele e l'ambasciatore di Israele a Ginevra. E vorrei davvero ringraziarli. Perché abbiamo bisogno che quei pionieri ci diano queste informazioni molto importanti. Infine - ha aggiunto Kluge - sempre rispetto al secondo approccio abbiamo bisogno di molto più sviluppo delle terapie. Se domani c'è un mutante che sfugge all'immunità, la nostra speranza di cambiare la prognosi è un buon vaccino terapeutico e anche di seconda linea.La terza direzione strategica è quella di mantenere una pressione proporzionata sul virus, anche durante i periodi di tranquillità: non abbassare la guardia rispetto a mascherine, ventilazione, controllo della mobilità transfrontaliera e politiche di test intensificate, compreso il sequenziamento genomico. E ricordiamo, il primo passo è condividere in modo trasparente i dati tra i Paesi. Onorevoli colleghi - ha concluso Kluge - oggi ne sappiamo di più e possiamo raggiungere risultati ancora migliori attuando queste 3 direzioni strategiche. Ne usciremo ma solo se, una volta per tutte, i politici, gli scienziati e le persone andranno nella stessa direzione. Tutte le crisi si superano, anche questa».
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