Europa e mondo
Ocse, l’Italia è in salute ma servono più investimenti e prevenzione
di Ernesto Diffidenti
L’Italia sfiora i podio e si farma al «quarto posto» dei Paesi Ocse per aspettativa di vita, con 82,6 anni nel 2015. Secondo la tradizionale classifica stilata nel rapporto Panorama della Salute 2017 messo a punto dall’Organizzazione internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica (Ocse), il nostro Paese è preceduto da Giappone, Spagna e Svizzera alle prese con diverse sfide legate all’invecchiamento. Ad esempio, l’Italia ha il «secondo più alto tasso di demenza» tra i Paesi presi in esame, al 2,3% della popolazione nel 2017 e dovrebbe raggiungere il 3,4% entro il 2037.
L’importanza della prevenzione e di una spesa “virtuosa”
Vivere meglio, oltre che più alungo, si può. Secondo l’Ocse, che ha preso in esame tutti i 35 paesi industrializzati, «dimezzare il tasso di tabagismo e il consumo di alcool aumenterebbe la speranza di di vita di 13 mesi». Inoltre, prosegue l’Ocse nel documento pubblicato oggi a Parigi, un aumento del 10% della spesa sanitaria per abitante aggiungerebbe mediamente 3,5 mesi in termini di speranza di vita reale. Ma non sempre, spiega l’Organizzazione, spendere meglio significa avere anche cure migliori: l’esempio è quello degli Stati Uniti dove alla crescita degli investimenti non ha fatto seguito un particolare miglioramento dell’aspettativa di vita. Dal 1970 ad oggi, precisa l’Ocse, l’aspettativa di vita alla nascita è cresciuta di oltre 10 anni in tutti i Paesi membri per raggiungere una media di 80,6 anni. Il gradino più alto del podio spetta al Giappone (83,9 anni), seguito da Spagna e Svizzera (83 anni). I livelli più bassi si segnalano in Lettonia (74,6 anni) e Messico (75 anni).
In Italia bassa obesità, ma cresce tra adolescenti
L’Italia ha uno dei più bassi tassi di obesità tra la popolazione adulti, al 10,3% ma, secondo lo studio la percentuale sta aumentando tra gli adolescenti. Gli adolescenti italiani, inoltre, sono quelli che fumano di più in tutta l'area industrializzata: il 21%, 10 punti oltre la media. Sono, invece, penultimi per il tasso di attività fisica, praticata solo dall’8% contro il 14% Ocse Insomma, un insalubre stile di vita che predispone i ragazzi italiani a un peggioramento della salute con l’andare degli anni. Una prospettiva che diventa ancora più preoccupante se inserita nell'orizzonte di invecchiamento della popolazione.
La spesa sanitaria è poco efficace
Per questo diventa pressante l’invito dell’Ocse all’Italia di «migliorare l’efficacia in materia di spesa sanitaria». Il nostro Paese, infatti, resta uno dei «peggiori» in termini di introduzione di farmaci generici, con l’8% di valore e il 19% in volume. Dati insufficienti, nonostante le politiche messe in campo per aumentarne la quota e l’invito rivolto ai medici ad indicare ai pazienti il «principio attivo» del medicinale prescritto piuttosto che il suo marchio. «Un dettaglio - assicura l’Ocse - che può contribuire a facilitare il passaggio alle medicine generiche». Per l’Ocse, allo stesso modo, la spesa può ridursi affrontando la questione delle prescrizioni antibiotiche, per le quali l’Italia ha il quarto livello più alto tra tutti i paesi industralizzati, con le strategie di prevenzione alla resistenza antimicrobica.
Resistono le diseguaglianze tra le Regioni
Forse proprio per l’inefficacia della spesa sanitaria, secondo l’Ocse, In Italia «le disuguaglianze regionali destano ancora grande preoccupazione». «In un contesto di pesanti vincoli di bilancio dovuti alla crisi finanziaria - continua l'Ocse - l’Italia ha realizzato una riforma per ampliare i benefici dell'offerta sanitaria. Ma rimane una «preoccupazione rispetto alla capacità delle singole regioni di assicurare la fornitura dei servizi ampliati». «Malgrado la copertura universale - avverte l’Ocse - le regioni meridionali sono
storicamente meno in grado di fornire l’assistenza adeguata come definita al livello nazionale». Il che contribuisce ad un «ampliamento delle disparità».
L’assistenza sanitaria italiana è di alta qualità
In ogni caso l sistema sanitario in Italia offre una «copertura universale» e i costi sono generalmente «bassi» rispetto ad altri Paesi industrializzati. Secondo l’Ocse, un numero «relativamente basso di italiani ha rinunciato ad una consultazione medica a causa del costo” (4,8%), mentre “i tempi di attesa per la chirurgia della cataratta sono più brevi rispetto alla maggior parte degli altri paesi equivalenti dell’Ocse». Quanto all’assistenza sanitaria di base è «generalmente di alta qualità». L’Italia realizza buoni risultati anche in termini di sopravvivenza al cancro e agli attacchi cardiaci acuti. La spesa sanitaria è pari a 3.391 dollari a persona, leggermente inferiore alla media Ocse. Mentre il taglio del numero di posti letto negli ospedali è in «coerenza con una tendenza generale nell'insieme dei paesi
Ocse». Male, invece, il rapporto nel numero medici-infermieri: 1,4 infermieri per medico.
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