Europa e mondo

Trump trionfa contro tutti pronostici. Mercati giù ma niente crollo. Clinton ammette la sconfitta. Camera e Senato ai repubblicani

di Marco Valsania

Donald Trump è il quarantaciquesimo presidente degli Stati Uniti. L'imprenditore miliardario ha così vinto una delle battaglie elettorali più difficili e controverse che gli Stati Uniti abbiano mai conosciuto. Hillary Clinton, la candidata democratica sulla cui vittoria tutti i sondaggi scommettevano, ha chiamato il vincitore e ammesso la sua sconfitta. Alle migliaia di sostenitori riuniti a New York in attesa di notizie nella notte americana, il presidente della campagna elettorale democratica aveva poco minuti prima detto di aspettare la fine dei conteggi, invitandoli ad andare a dormire. Ma poi i numeri hanno certificato l'inequivocabile e clamorosa sconfitta per Hillary Clinton.

«Ho appena ricevuto una telefonata da Hillary Clinton, vorrei farle le mie congratulazioni, ha combattuto con tutta se stessa. Ha lavorato sodo e le dobbiamo una grande gratitudine». Queste le prime parole del neo-presidente eletto. «Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani», ha aggiunto dall'Hotel Hilton di New York, quartier generale dei Repubblicani. Mentre i primi commenti preoccupati cominicano ad arrivare dalle cancellerie europee, in primis dalla Germania, Trump ha cercato di rassicurare gli alleati dicendo: «Con il mondo cercheremo alleanze, non conflitti. Gli Stati Uniti andranno d'accordo con tutti coloro che vorranno andare d'accordo con noi». E ha ribadito il mantra della campagna elettorale: «Mi metterò subito al lavoro per il popolo americano. Voglio dire alla comunità internazionale che metteremo sempre gli interessi dell'America dinanzi e ci comporteremo in maniera giusta con le altre nazioni».

Trump ha superato ogni attesa e l'enorme incertezza e le crescenti possibilità di una sua vittoria hanno subito scosso violentemente i mercati. Il New York Times ha dato fino al 94% di chance di successo per Trump a metà della lunga nottata elettorale. I future sull'indice di Borsa Dow Jones hanno perso oltre il 3% e sulle piazze valutarie il peso messicano ha ceduto l'8% sul dollaro. L'indice Nikkei di Tokyo è sprofondato di oltre il 5 per cento. Le quotazioni dell'oro, bene rifugio per eccellenza, si sono impennate di oltre il 2 per cento.

La notte in cui l'america ha eletto il presidente
Trump, in un clima di divisione e pessimismo nel Paese fotografato dalle exit poll, ha dimostrato una forza nettamente maggiore delle previsioni in numerosi Stati chiave e indecisi a cominciare dalla Florida, che ha vinto di un punto percentuale, incrinando le certezze della Clinton. Anche in Virginia ha sfidato a lungo ad armi pari la rivale, che invece dava per sicuro lo Stato.

Trump è passato in netto vantaggio anche in North Carolina, altro Stato incerto, ed è partito di scatto in Michigan, che avrebbe dovuto al contrario favorire Clinton. Ha vinto in Ohio lasciando Clinton a sperare nella Pennsylvania. Il New Hampshire è diventato a sua volta teatro di un duello alla pari. Dopo ore di scrutunio, Trump ha cominciato ad accumulare successi nel Sud e negli stati centrali del Paese. Clinton ha invece vinto in numerose roccaforti del Nordest, da New York al Massachusetts, e nel suo stato nativo dell'Illinois.

La battaglia per il controllo del Congresso ha a sua volta visto il partito repubblicano mantenere la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Un successo dei democratici appariva tutt'altro che facile: tre seggi, in Indiana, Florida e North Carolina, che avevano sperato di conquistare, sono stati difesi con successo dai conservatori.


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