Europa e mondo
Invecchiamento: per Standard & Poor’s occorre ridurre le spese di sanità e pensioni
Le nazioni nel mondo stanno facendo progressi «sostanziali» per contenere l'impatto delle spese pubbliche legate all’invecchiamento della popolazione ma, avverte S&P Global Ratings, «senza una ulteriore riduzione del deficit di bilancio o riforme strutturali volte a limitare la spesa in sanità e pensioni i rating probabilmente scenderanno nella prima metà del ventunesimo secolo». E' quanto riporta l’agenzia di stampa Radiocor Plus riprendendo il rapporto di Standard&Poor’s “Global Aging 2016: 58 Shades of Gray”, letteralmente “L’invecchiamento globale nel 2016, 58 sfumature di grigio”, ossia il numero di Paesi analizzati in uno studio iniziato nel 2002 e aggiornato l’ultima volta nel 2013.
«Crediamo che i cambiamenti strutturali che molti sovrani hanno attuato negli ultimi anni, in particolare per stabilizzare i costi delle pensioni future, insieme ai miglioramenti di bilancio fatti dall'inizio della crisi finanziaria ed economica del 2008-2009, aiuteranno a raggiungere una stabilità fiscale nel lungo termine, se mantenuti in essere - dichiara nello studio il suo autore Marko Mrsnik -. Ciò nonostante, crediamo che tutti i sovrani si troveranno a fare i conti con un forte deterioramento delle finanze pubbliche legato a fattori demografici in assenza di ulteriori azioni politiche, in particolare per frenare l’aumento dei costi di sanità e long-term care». Per l’esperto, a questo proposito, si osserva che la razionalizzazione dei sistemi di sicurezza sociale, se avviata tempestivamente, «può attenuare l’impatto e l’onere di misure politiche impopolari».
L’analisi targata S&P suggerisce che se i vari governi non attueranno politiche aggiuntive per far fronte all’invecchiamento della popolazione, il valore mediano del debito pubblico netto salira' entro il 2050 al 130% del Pil dall'attuale 43%. In particolare, oltre il 25% dei 58 Paesi analizzati entro il 2050 avranno un rating pari o inferiore a “BB+”, in aumento rispetto a meno del 10% stimato per il 2020. E' comunque un miglioramento rispetto ai risultati del 2013, quando veniva calcolato quasi il 60% con rating speculativi entro la metà del secolo in corso. S&P tuttavia insiste sulla la necessità «pressante di modificare le misure di bilancio guidate da fattori demografici per alcuni sovrani dei mercati emergenti così come per i sovrani delle economie avanzate. In assenza di azioni politiche, il valore mediano del debito pubblico netto nelle economie avanzate salirà entro il 2050 al 134% del Pil, e al 136% per i sovrani dei mercati emergenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA