Europa e mondo
Allarme Aea: lo smog causa 430mila decessi prematuri in Europa
L’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio ambientale per la salute in Europa: riduce la durata di vita delle persone e contribuisce alla diffusione di gravi patologie. Secondo un nuovo dossier pubblicato oggi dall'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), l'inquinamento atmosferico «continua ad essere responsabile di oltre 430mila morti premature in Europa». A provocare problemi respiratori, malattie cardiovascolari, cancro e decessi prematuri, evidenzia l'Agenzia, sono le concentrazioni di particelle di inquinamento sia in atmosfera che negli strati bassi dell'atmosfera, quasi al livello del suolo, e tra i responsabili c'è il biossido di azoto.
La relazione fornisce stime relative alle morti premature anche a livello nazionale. Per l'Italia si parla di 59.500 morti premature attribuibili all'esposizione a particolato sottile (Pm2,5); 3.300 all'ozono (O3); 21.600 al biossido di azoto (NO2). Il totale delle morti anticipate causate dai tre inquinanti in Italia è quindi di 84.400.
«Nonostante i continui miglioramenti negli ultimi decenni, l'inquinamento atmosferico è ancora una minaccia per la salute degli europei, riducendo la loro qualità di vita e la speranza di vita» ha detto il direttore del See, Hans Bruyninckx. Ma lo smog comporta pesanti ricadute anche su costi ospedalieri, perdita di giornate di lavoro, problemi di salute, danni agli edifici ed è causa di un'inferiore resa dei raccolti. L'Agenzia europea per l'ambiente ha inoltre riferito che nel 2013, l'87% degli abitanti delle città nell'Unione europea sono stati esposti a livelli particelle di inquinamento che superavano gli standard di qualità dell'aria definiti dall'Organizzazione mondiale della sanità, più rigorose di quelle dell'Ue. Se l'Unione europea dovesse adottare gli standard dell'Oms, ha avvertito l'Agenzia, le concentrazioni di particelle inquinanti calerebbero di circa un terzo ed i decessi prematuri scenderebbero a 144mila.
Il commento del ministro Lorenzin
«Sono dati che vanno presi molto con le pinze non vorrei che fosse una notizia come quella della carne dell'Oms, io li farei prima verificare dall'Istituto superiore della sanità dopo di che faremo un accertamento. Bisogna vedere com’è scritto e in base a quali criteri». Cosi' il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a margine della conferenza stampa a Messina per la presentazione del piano di emergenza-urgenza, ha commentato il rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente.
I dati mondiali diffusi dall’Oms
Sui danni dell’inquinamento è intervenuta anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la sanità (Oms) che ha stimato nel 2012 7 milioni di decessi per malattie legate all'inquinamento atmosferico. E proprio in vista della Conferenza Onu sul clima (COP-21), già nei giorni scorsi l'Oms aveva lanciato un forte richiamo ai Governi. Il summit, dal 30 novembre all'11 dicembre, «offre al mondo l'opportunità importante non solo di raggiungere un accordo internazionale sul clima, ma anche di proteggere la salute delle generazioni presenti e future». Per l'Oms il documento conclusivo dei lavori sarà un vero e proprio «trattato di salute pubblica, dalle potenzialità salvavita». Se nel 2012 7 milioni di persone sono morte per malattie legate all'inquinamento atmosferico, questo rende lo smog il principale fattore di rischio ambientale per la salute. L'Oms prevede inoltre che, dal 2030 al 2050, i cambiamenti climatici provocheranno un'extra-mortalità annua pari a 25 mila decessi per malaria, diarrea, stress da calore e denutrizione. I più colpiti saranno i Paesi a basso reddito, in particolare donne e bambini, aumentando il gap sanitario fra la metà ricca e quella povera del mondo.
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