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Pnrr: Butti, con il fascicolo sanitario 2.0 Italia all’avanguardia in Ue. Ecco il nuovo logo e lo stato di avanzamento rispetto a Pnrr. Gemmato: medici e pediatri di base “front office”

di Radiocor Plus

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«Interoperabilità e conoscenza clinica aumenteranno e miglioreranno il rapporto tra sanità e paziente». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti, alla presentazione a Roma del nuovo logo del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) 2.0, rilanciato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dopo anni di quiescenza e dopo un iniziale stand-by impresso dai ’dubbi’ del Garante privacy. «Siamo qui innanzitutto per presentare il nuovo logo del Fse - ha annunciato Butti - e per scandire le tappe che ci porteranno fino al 2026 anche attraverso la metamorfosi dei dati contenuti nel Fse, con il passaggio da un contenuto di dati meramente amministrativo ai dati clinici che andranno in un Repository centrale oltre che in quelli locali». Il tutto, con la garanzia di «dati anonimizzati per implementare le cure sul territorio e consentire anche al cittadino di conoscere la propria storia clinica».
L’intero progetto, che sarà presentato nel dettaglio in tre diversi appuntamenti al centro, a Sud e al Nord Italia, «cuba 1,3 miliardi - ha ricordato Butti -. In questi mesi abbiamo preso per mano le Regioni per accompagnarle nella transizione», anche se «alcune erano già molto avanti». Dopo un primo decreto-chiave per potenziare il Fse 2.0 del 7 settembre 2023, «abbiamo licenziato il decreto che consente alle Regioni di adeguarsi e ora siamo in fase di confronto con il Garante della privacy per mettere a punto un nuovo decreto, sull’Ecosistema dei dati sanitari. Poi arriverà un altro decreto sulla Piattaforma dati digitali che fa capo ad Agenas», ha detto ancora Butti. Ricordando che «tutto questo è una grande innovazione e l’Italia è notevolmente avanti nella Ue tra i grandi Paesi per popolazione. Il nostro obiettivo finale è rendere il Fse sempre più interoperabile e soprattutto un soggetto di comunicazione sanitaria omogeneo tra le Regioni per arrivare, a regime, alla possibilità di dialogare con altri Stati».
«Appropriatezza e omogeneità delle cure sono i due principali traguardi attesi dall’implementazione del fascicolo sanitario 2.0, in uno scenario di totale anonimità dei dati e con la possibilità per l’assistito di impedire che determinate informazioni siano accessibili a terzi», ha spiegato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato intervenuto alla presentazione del logo a Roma. «Abbiamo già avviato una interlocuzione con i medici - ha proseguito Butti - per utilizzare tutte le risorse per formare chi dovrà utilizzare il fascicolo. Da evitare quanto accaduto durante il Covid con l’App Immuni, che è fallita anche perché sul territorio buona parte dei medici non rispondeva. Il Fse 2.0 in ogni caso consentirà di sburocratizzare il sistema liberando tempo per il paziente». Per Gemmato «medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, che sono professionisti straordinari, sono il ’front office’ del Fse 2.0 in quanto depositari delle informazioni di base riguardanti la salute del cittadino».




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