Dal governo
Robert Giovanni Nisticò (Tor Vergata) presidente Aifa
24 Esclusivo per Sanità24
Con il via libera all’unanimità prima della Conferenza delle Regioni e poi della Stato-Regioni alla nomina proposta dal ministro della Salute, il professor Robert Giovanni Nisticò è per il prossimo quinquennio il nuovo Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dopo settimane di attesa in seguito alle improvvise dimissioni il 22 febbraio scorso del precedente presidente, il virologo Giorgio Palù, si completa dunque il nuovo quadro dirigenziale dell’Agenzia del farmaco oggi profondamente riformata. Nisticò è professore associato di Farmacologia all’Università Tor Vergata di Roma, lo stesso Ateneo da cui proviene Schillaci che ne è stato Rettore. Il decreto di nomina prevede che con successivo decreto Salute-Mef sarà stabilito il compenso da corrispondere al presidente del Cda Aifa. A Nisticò sono arrivati subito gli auguri del ministro: «Rivolgo i miei migliori auguri di buon lavoro al neo presidente dell’Aifa Robert Giovanni Nisticò - ha dichiarato Schillaci in una nota -. Sono certo che con il suo bagaglio professionale saprà guidare con competenza la nuova Aifa, un ente strategico per l’intero Servizio sanitario nazionale e fondamentale per la tutela della salute delle persone».
Auguri, tra gli altri, anche dai medici internisti italiani della Fadoi: “buon lavoro - scrivono - al professor Robert Giovanni Nisticò, chiamato a guidare l’Aifa in un processo di profondo cambiamento, che partendo dall’arrivo di terapie sempre più innovative e personalizzate imporrà un modo altrettanto nuovo di lavorare all’Agenzia”. «Auspichiamo – dichiarano il Presidente Fadoi Francesco Dentali e il presidente della Fondazione Fadoi Dario Manfellotto - che il neopresidente e tutto il nuovo board dell’Agenzia sappiano cogliere la sfida posta dai famaci a bersaglio e terapie avanziate. Una innovazione dinanzi alla quale l’attività regolatoria sarà chiamata a una valutazione inscindibile degli aspetti scientifici e di quelli economici, senza più subordinare il valore terapeutico dei farmaci a logiche ragionieristiche. E fin da ora come Società scientifica della Medicina interna siamo pronti a collaborare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA