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Cittadini (Aiop): “Reinventiamo il Servizio sanitario, evitando una sanità per censo”
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“Il Rapporto dimostra una perfetta sovrapposizione tra l’esperienza diretta degli italiani, rilevata dall’indagine Censis-Aiop, e i principali dati di sistema elaborati da Agenas e del ministero della Salute. Questa sovrapposizione emerge, innanzitutto, rispetto alla duplice natura del Servizio sanitario nazionale, la quale si manifesta nella distribuzione dei posti letto accreditati (69% nella componente di diritto pubblico e 31% nella componente di diritto privato) nonché in una simile ripartizione delle giornate di degenza”. Lo ha detto Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione Italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato, in occasione della presentazione, a Roma, del 21° Rapporto Ospedali&Salute “Reinventiamo il Servizio Sanitario. Come evitare la deriva di una Sanità per Censo”, promosso da Aiop e realizzato in collaborazione con il Censis.
Le strutture di diritto privato erogano quote importanti di prestazioni ad alta complessità. Ad esempio, dal 25% al 40% (a seconda della sede della neoplasia) di interventi per tumore maligno. Questo contributo si sostiene con il solo 13% della spesa ospedaliera pubblica totale. Del ruolo della componente di diritto privato nel Servizio sanitario nazionale è consapevole, anche, il 68,5% degli italiani che non fa distinzione a seconda della natura giuridica delle strutture e che considera rilevante solo la qualità delle prestazioni ricevute; per più di un italiano su due la presenza delle strutture accreditate rappresenta una necessità, in considerazione della difficoltà degli ospedali di diritto pubblico nel rispondere in tempi appropriati ai bisogni di cura delle persone.
“Una prima importante scelta in questa direzione - ha aggiunto Cittadini - è stata, finalmente, compiuta nell’ultima manovra di bilancio, la quale non si è limitata a stanziare risorse ad hoc per la riduzione delle liste d’attesa ma ha infranto quel “tetto di cristallo” che avendo, per decenni, limitato le Regioni all’acquisto di prestazioni dalla nostra componente, ha depauperato quali-quantitativamente la capacità di risposta del sistema. Questo è il segno tangibile di quell’auspicato cambio di paradigma che appare possibile solo superando con raziocinio e buonsenso ogni pregiudizio e anacronistica ideologia”.
“Il 51% degli italiani si rivolge alla sanità privata direttamente, senza prima richiedere la prestazione necessaria alla sanità pubblica - ha rilevato dal canto suo il ministro della Salute, Orazio Schillaci - : questa è una criticità e tale atteggiamento di sfiducia, pur senza aver prima provato il Ssn, può essere conseguenza anche di una rappresentazione di una sanità in crisi, ma non è sempre così. Dobbiamo recuperare questa parte di italiani”. In Europa, sottolinea Schillaci, “siamo avanti per vari ambiti e prestazioni, ma dobbiamo recuperare una parte di italiani anche attraverso una narrazione diversa del nostro Ssn”. Il rapporto Aiop, ha aggiunto “ci dà l’opportunità di conoscere il punto di vista dei fruitori cittadini ed emergono criticità ma anche aspetti positivi. Infatti, il 48% dei cittadini ha una percezione positiva del Ssn, il 66% si dice soddisfatto e oltre l’90% ritiene il Ssn una istituzione essenziale”. Questi numeri, ha rilevato, “riflettono la capacità del Ssn di dare risposte, tanto che su 100 prestazioni , il 60% resta nel pubblico”.
“Il Servizio sanitario - ha confermato dal canto suo Giorgio De Rita, segretario generale del Censis - resta tra le istituzioni più apprezzate dagli italiani e i medici, gli infermieri e gli altri operatori beneficiano di una elevata fiducia da parte dei cittadini. Tuttavia sono ormai evidenti criticità, a cominciare dall’eccessiva lunghezza delle liste di attesa, esito di processi regressivi iniziati molto indietro nel tempo. Per questo è urgente ampliare e gestire con maggior efficienza le risorse pubbliche investite in sanità. Sarà così finalmente possibile rispondere alle aspettative di qualità ed equità dei cittadini, contrapponendosi alla pericolosa deriva verso una sanità per censo”.
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