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Violenza operatori sanitari/ Di Silverio: Procedibilità d’ufficio per lesioni ulteriore tassello a difesa professione e ora completare la tutela
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«Da oggi è possibile procedere d’ufficio anche nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari sia che si tratti di lesioni lievi sia gravi o gravissime, indipendentemente quindi dalla volontà della vittima di sporgere querela. È un ulteriore passo in avanti a tutela dei colleghi vittime di aggressioni e violenze nell’esercizio delle loro funzioni. Ed è anche la dimostrazione che la nostra pressante azione inizia a dare i frutti concreti». Così Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 19 marzo 2024, n. 31 che (con entrata in vigore il 4 aprile secondo quanto indicato in Gazzetta) modifica il codice penale in tema di procedibilità d’ufficio per il reato di lesioni personali e di procedibilità a querela del reato di danneggiamento. «L’intervento si è reso necessario – spiega Di Silverio - per coordinare le modifiche già introdotte al regime di procedibilità del delitto di lesioni nel 2022 con la riforma del processo penale, alla sopravvenuta modifica, voluta da Anaao, e apportata dal legislatore al Codice penale, dal cosiddetto decreto Bollette del 2023».
Già allora infatti il legislatore - ricorda Di Silverio - «recependo una richiesta dell’Anaao era intervenuto a rafforzare il sistema normativo penale a tutela del personale sanitario nell’esercizio delle proprie funzioni e attività, in considerazione degli episodi di violenza più volte verificatisi nelle strutture sanitarie, con l’introduzione di un inasprimento delle sanzioni con riguardo alle lesioni semplici per le quali si prevede oggi la pena della reclusione da due a cinque anni. Questa novità – conclude Di Silverio – rappresenta un ulteriore passo in avanti a difesa dei colleghi vittime di aggressioni e violenza nell’esercizio delle loro funzioni. Ora chiediamo immediate misure organizzative per completare l’azione di tutela».
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