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Pnrr/ Schillaci: Italia all'avanguardia su visione One Health, consorzio INF-ACT modello da seguire

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Dallo sviluppo di nuovi materiali con proprietà antimicrobiche, alla scoperta degli effetti di famiglie virali finora trascurate, dalla realizzazione di biosensori per la diagnostica immediata e distribuita, alla condivisione delle banche dati di ricerca. È difficile fare una sintesi dei risultati di un anno di lavoro del consorzio INF-ACT, che ha coinvolto circa 500 ricercatori impegnati su 5 macro-temi di ricerca e distribuiti in 15 atenei e 9 enti di ricerca pubblici e privati e un’azienda su tutto il territorio nazionale. Un enorme gruppo di lavoro composito, pensato per rendere l’Italia un paese capace di affrontare efficacemente la sfida creata da potenziali malattie infettive emergenti.

Le giornate di studio hanno avuto anche un momento istituzionale in cui i chairs della fondazione, Fausto Baldanti, Federico Forneris, Anna Teresa Palamara hanno illustrato i risultati del primo anno di lavoro insieme a Rocco Bellantone, commissario straordinario ISS, Francesco Svelto, rettore UNIPV e a Maria Chiara Carrozza, presidente CNR.Per il Governo, ha portato i saluti il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: “È la ricerca che dà le risposte. E può farlo se mette in condivisione idee e risultati, esattamente quello che noi ci prefiggiamo di fare con le infrastrutture di ricerca e con i partenariati. Una ricerca libera, che sia di tutti. Perché la ricerca non è un’isola, ma un arcipelago di donne e uomini, di idee e di soluzioni. Affinché la ricerca dia le risposte giuste, ha bisogno di fare rete. Rete è la parola chiave che abbiamo messo al centro di tutti i progetti del Pnrr, compreso questo Partenariato che nasce proprio con l’obiettivo di mettere insieme una comunità multidisciplinare di ricercatori”.

Un’ipotesi molto concreta
Nel 2023 secondo i dati dell’ISS, al sistema di sorveglianza nazionale risultano centinaia di casi di infezioni virali trasmesse da artropodi. Alcuni di questi sono dovuti a virus endemici, come gli oltre 320 casi di West Nile (e 21 decessi) e Usutu virus trasmessi dalla zanzara comune, Culex pipiens, i 127 casi di Toscana Virus trasmessi dai flebotomi (o pappataci) e i 48 casi di infezione neuro-invasiva trasmessi dalle zecche. Altri sono dovuti a virus tropicali, come i 347 casi di Dengue, gli 8 casi di Zika Virus e i 7 casi Chikungunya. La maggior parte di questi sono stati contratti da viaggiatori provenienti da aree tropicali endemiche, ma nel 2023, per la prima volta (con eccezione di 11 casi nel 2020) sono stati registrati 3 focolai di trasmissione autoctona della Dengue trasmessi da Aedes albopictus (la zanzara tigre), una specie invasiva ormai radicata in Italia da oltre 30 anni: tre diversi in una sola estate. Questi dati confermano che le nuove abitudini di viaggio e gli stili di vita moderni, unite ai cambiamenti climatici, rendono il rischio epidemico un’ipotesi più che concreta.

Approcci innovativi, molteplici dimensioni
La sfida da vincere con il progetto INF-ACT, quindi, è quella di fornire i migliori strumenti per rispondere rapidamente alle nuove minacce alla nostra salute, ed essere pronti ad affrontare al meglio anche potenziali nuove epidemie.Da qui la scelta di creare un progetto capace di fare ricerca sulle molteplici dimensioni che la prevenzione e il controllo dei fenomeni epidemici richiedono, proponendo approcci innovativi e multidisciplinari, che considerino l’interconnessione della salute umana con quella animale e la salvaguardia dell’ambiente (One Health).

Così, a distanza di un anno dall’inaugurazione del progetto coordinato dalla Fondazione INF-ACT, di cui fanno parte 25 tra atenei nazionali, enti pubblici e privati, i circa 500 ricercatori di tutt’Italia si sono trovati all’ISS per condividere i risultati ottenuti in questi 12 mesi e pianificare le attività dei prossimi due anni.

“I risultati raggiunti, che oggi abbiamo presentato, confermano l’importanza di mettere a fattor comune le competenze trasversali presenti in Italia, che finora mancavano di un coordinamento. All’interno dei nostri atenei e degli enti di ricerca sono presenti numerose eccellenze, ma per fare un salto di qualità alla ricerca è necessario far dialogare e far collaborare queste realtà – afferma Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT -. L’approccio collaborativo di INF-ACT ha permesso che le specificità di ogni settore di ricerca diventino la base per affrontare il problema delle possibili epidemie secondo un approccio One Health”.

Il messaggio del ministro Schillaci
"La promozione della ricerca e la visione One Health - ha scritto il ministro della Salute in un messaggio all'INF-ACT Meeting - costituiscono i pilastri fondamentali del Pnrr, permeando trasversalmente le sue missioni. La ricerca richiede un impegno costante e ingenti risorse finanziarie. Il progetto della Missione 4, oggetto di discussione in questa giornata, e gli investimenti nella Missione 6 Salute per il rafforzamento della ricerca biomedica sono esempi tangibili di questo impegno.
Allo stesso modo, il progetto “Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima”, finanziato con 500 milioni di euro nell’ambito del Piano complementare al PNRR, dimostra chiaramente la volontà di coniugare la tutela ambientale con i servizi di prevenzione del Servizio Sanitario Nazionale.
Questi investimenti ci pongono in una posizione di avanguardia a livello internazionale e rispondono concretamente alle sfide comuni come i cambiamenti climatici, le malattie infettive emergenti, l’antibiotico-resistenza e l’inquinamento atmosferico. Tutti questi fenomeni convergono verso la necessità di adottare una visione “One Health”, un’idea di “una sola salute” che la nostra Nazione ha sempre abbracciato.
Il programma di ricerca al centro di questo meeting è una tappa cruciale lungo la traiettoria di investimenti e sinergie che stiamo promuovendo. Sono certo che questo incontro fornirà contributi significativi, consolidando un approccio olistico, integrato e multidisciplinare, indispensabile per tutelare la salute di tutti gli esseri viventi e degli ecosistemi".


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