Dal governo
Prevenzione, un calendario della salute per segnare le tappe fondamentali a cominciare dai vaccini
di Francesco Vaia *
24 Esclusivo per Sanità24
Dal Paese, in ogni settore della società, si alza forte una richiesta: Prevenzione! Questa può essere davvero la protagonista del cambiamento, di quella inversione di paradigma che da tempo si invoca. Un’inversione che, a ben vedere, è già cominciata durante i difficili anni della pandemia, durante i quali abbiamo dimostrato tutti insieme una grande capacità di rispondere alle sfide del presente.
La pandemia è stata infatti un vero spartiacque tra oscurantismo e visioni catastrofiste da una parte e ottimismo razionale e innovazione dall’altra: il vaccino, simbolo dell’innovazione farmaceutica e frutto virtuoso dell’impegno corale dell’intera comunità scientifica, si è dimostrato uno strumento strategico per uscire dall’emergenza, il vero game changer nella lotta al virus.
Dobbiamo purtroppo constatare come oggi i cittadini vivano una forte "stanchezza" vaccinale, anche a causa di una cattiva comunicazione e di una visione talvolta troppo impositiva, che ha finito per minare fortemente quel legame di fiducia e responsabilizzazione tra cittadini e istituzioni che è presupposto indispensabile per una efficace tutela della Salute.
Dobbiamo allora lavorare con decisione per recuperare i tanti indecisi, ribadendo il ruolo centrale della vaccinazione. È necessario un cambiamento culturale che porti a considerare le vaccinazioni come parte integrante degli stili di vita, al pari del mangiar bene e del fare attività fisica. Non un obbligo quindi, ma un modo concreto per voler bene a se stessi e ai propri cari. A noi istituzioni e professionisti della sanità pubblica il compito di lavorare ad una prevenzione di prossimità, anche sotto il versante comunicativo.
Qualcuno ricorderà il calendario sul quale i nostri genitori e i nostri nonni segnavano le tappe più importanti della vita: ecco, penso a un analogo "calendario della salute", che scandisca idealmente tutte le tappe di una vita in salute, tra cui un posto centrale spetta proprio alle vaccinazioni. Da quelle dell’infanzia e dell’adolescenza (la vaccinazione contro Hpv ad esempio, dove siamo indietro, sebbene si tratti di un vaccino che ci permette addirittura di prevenire un tumore!), sino ad arrivare alle vaccinazioni dell’età adulta e della terza età (Covid, Influenza, Pneumococco, Herpes Zoster), ancora troppo sottovalutate, quando invece costituiscono momenti decisivi, insieme agli screening, per un invecchiamento in salute che è possibile, contrariamente al dogma dell’ineluttabilità della vecchiaia quale "somma di patologie".
Il rafforzamento del ruolo della prevenzione avrà effetti positivi non soltanto sulla salute dei singoli, ma sulla sostenibilità di tutto il sistema. Si pensi che i soli stili di vita possono incidere riducendo del 60% il carico di malattia della popolazione e che dunque, indirettamente, possono contribuire a ridurre di una quota analoga la domanda sanitaria che in Italia cresce sempre più, anche a motivo della duplice transizione, demografica ed epidemiologica, che interessa da decenni la popolazione italiana, sempre più anziana e affetta da patologie croniche e cronico-degenerative.
Come Istituzioni siamo impegnati a far sì che sia garantito appieno il rispetto dell’art. 32 della Costituzione, come auspicato dal Presidente della Repubblica Mattarella, per la tutela della persona e della collettività.
* Direttore generale della Prevenzione, ministero della Salute
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