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Welfare: la spesa sale a 632,4 mld nel 2023 (+3,7%) Mattarella: tutelare gli anziani senza mortificare i giovani

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24 Esclusivo per Sanità24

La spesa in welfare in Italia per il 2023 salirà a 632,4 miliardi di euro (+3,7% rispetto al dato del 2022), includendo in questo perimetro i 3 pilastri tradizionali (Sanità, Politiche Sociali, Previdenza) e l’Istruzione. I dati emergono dal Rapporto del Think Tank “Welfare, Italia”, sostenuto da Unipol e The European House - Ambrosetti, presentato oggi a Roma. Secondo le stime la spesa previdenziale assorbirà in particolare oltre la metà delle risorse, ovvero il 50,3% della spesa sociale totale. A seguire, la spesa sanitaria (21,5%), quella in politiche sociali (16,9%) e la spesa in istruzione (11,3%). Considerando il dato congiunturale, rispetto al 2022 la spesa previdenziale è in aumento del 7,1%, passando da 296,9 miliardi di euro a 317,9 miliardi di euro. La spesa sanitaria nel 2023 è in incremento del 3,8%, rispetto allo scorso anno.

"L'invecchiamento di ampie fasce di cittadini interpella il contratto sociale tra le generazioni - afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al convegno - l'esigenza di tutelare le maggiori fragilità degli anziani senza mortificare le aspirazioni dei giovani". Secondo il capo dello Stato "servono strumenti sempre più mirati, adatti a sostenere l'intero arco di vita delle persone, a partire dai servizi di assistenza sanitaria". Si tratta di una "responsabilità pubblica che non può essere elusa" mentre "l'intervento e il dialogo con il settore privato rimangono preziosi" anche alla luce del principio di sussidiarietà richiamato dalla Costituzione.

Per Mattarella le "sfide che il nostro Paese deve affrontare" su questo versante "sono comuni a tutta l'Unione Europea". In questa prospettiva, secondo Mattarella, il "pilastro europeo dei diritti sociali rappresenta la guida efficace per perseguire la lotta alle disuguaglianze e per favorire l'inclusione anche dal punto di vista occupazionale, fornendo così risposte ai bisogno essenziali della popolazione".

Secondo le previsioni del Think Tank "Welfare, Italia, un calo della popolazione italiana a 51 milioni nel 2050 potrebbe generare una perdita economica di un terzo del Pil. Ipotizzando i tassi di crescita del Pil al 2050 previsti dal Mef, in uno scenario con circa 8 milioni di italiani in meno, la produttività dovrebbe almeno raddoppiare. Oltre un quarto del Pil rischierebbe di essere assorbito da pensioni e sanità. Infatti se l'Italia mantenesse il tasso di crescita del Pil del periodo 2000-2019, al 2050 il peso della spesa pensionistica toccherebbe il 19%. Inoltre per far fronte a tutti i bisogni di salute e assistenza si stima un'incidenza della spesa sanitaria sul PIL pari al 9,5%, sempre nel 2050, 2,4 punti percentuali in più rispetto al 2022. Il 75% della spesa sanitaria si concentrerebbe sempre più nella fasce di età superiori ai 60 anni.

Per far fronte alle dinamiche demografiche, inflattive e salariali, il Think Tank "Welfare, Italia" propone un nuovo patto generazionale con quattro ambiti d'azione. Queste partono da un disegno organico per invertire il trend demografico in linea con le migliori pratiche europee, con misure come più risorse all'assegno unico, congedi parentali neutrali rispetto al genere e sistemi premianti per l'immigrazione di stranieri qualificati). Gli altri ambiti d'azione sono il sostegno al ruolo del sistema sanitario nazionale aumentando gli investimenti e valorizzando appieno la componente integrativa; l'aumento degli strumenti e la flessibilità del sistema previdenziale integrativo e , infine, un piano per lo sviluppo delle competenze e potenziare il ruolo dei centri per l'impiego.

Nel rapporto il Think Tank “Welfare, Italia” vengono illustrate anche le caratteristiche dell'indicatore sintetico Welfare Italia Index 2023 che valuta aspetti legati sia alla spesa in welfare sia ai risultati che questa spesa produce. Nel 2023, in base all'indice, l'amministrazione territoriale con il punteggio più elevato è la Provincia di Bolzano (83,3 punti), seguita dalla Provincia di Trento (81,4 punti) e dall’Emilia Romagna (76,3 punti). Dal lato opposto del ranking, si posizionano la Basilicata (61,4 punti), la Campania (60,4 punti) e la Calabria (56,7 punti). L’edizione 2023, rispetto ai dati 2022, segnala una costante polarizzazione nella capacità di risposta del sistema di welfare delle Regioni italiane: il divario tra la prima e l’ultima Regione è infatti ancora pari a 26,6 punti.


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