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Scuole specializzazione/ Ministero salute: concertazione ancora aperta con Mur e Regioni su numero posti ma resta invariata al 1 novembre la presa di servizio
di Red. San.
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«In merito alle scuole di specializzazione di area sanitaria, è in corso un’ulteriore concertazione tra il ministero dell’Università e della Ricerca, il ministero della Salute e le Regioni, allo scopo di completare il processo di accreditamento e di definizione dei posti complessivamente disponibili. Per tale motivo, fermo restando che rimane invariata la data di inizio delle attività didattiche che per l’anno accademico 2022/2023 è fissata al 1° novembre 2023, si è reso necessario posticipare a martedì 26 settembre l’apertura della finestra temporale per la scelta, l’assegnazione e l’immatricolazione alle scuole di specializzazione di area sanitaria». Lo comunica il ministero della Salute, dopo le proteste di giovani medici e sindacati sul breve preavviso riguardo alla modifica del calendario decisa ieri dal Mur.
Intanto si era espressa in merito anche la Federazione Cimo-Fesmed, dopo la levata di scudi di Anaao Giovani, Als e Gmi , chiedendo il rinvio dell'inizio delle attività: «Come denunciato pochi giorni fa - è l'attacco di Guido Quici - la tabella di ripartizione dei posti disponibili in ciascuna Scuola di Specializzazione in Medicina non è ancora pronta, e dunque il Ministero dell’Università ha spostato dall’8 al 26 settembre la data in cui i candidati potranno esprimere le proprie preferenze in merito alle tipologie e alle sedi di Scuola da frequentare. Il termine per le immatricolazioni slitta invece al 13 ottobre. Eppure l’inizio delle attività è stato confermato per il 1 novembre. Si tratta di un ennesimo schiaffo in faccia ai giovani medici, considerati solo tappabuchi al bisogno, mentre il loro percorso formativo ancora una volta risulta di poco interesse per le Istituzioni – dichiara ancora Quici -. Questi ritardi riducono drasticamente non solo la possibilità di procedere con gli scorrimenti, aumentando quindi il rischio di perdere borse di specializzazione fondamentali per la tenuta futura del Servizio sanitario nazionale, ma rendono pressoché impossibile, per gli specializzandi, organizzare la propria vita. Un giovane medico che dovrà trasferirsi in un’altra città avrà solo poco più di due settimane per trovare un alloggio, tanto per fare un esempio. Posti i ritardi accumulati, chiediamo dunque di rinviare anche l’inizio delle attività. Il prossimo anno, vista l’amnesia cronica, sarà nostra premura ricordare al Ministero le scadenze stabilite dal Ministero stesso – è la conclusione –. Scadenze da cui dipende il futuro di migliaia di medici, che non può continuare ad essere calpestato dalle Istituzioni con tale disinteresse».
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