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Previdenza/ Dipendenti pubblici, il punto dell'Inps certifica l'esodo dei sanitari

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

È stato pubblicato l’Osservatorio sulle pensioni della Gestione dipendenti pubblici (Gdp), con i dati sulle prestazioni vigenti al 1° gennaio 2023 e su quelle liquidate nel 2022. Il numero delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2023 è pari a 3.107.983, in aumento dello 0,8% rispetto all’anno precedente (3.082.954). L’importo complessivo annuo (13 mensilità) delle pensioni è di 83.318 milioni, con incremento del 5,2% rispetto al 2022 (79.203 milioni di euro). Per quanto riguarda la ripartizione per cassa, il 58,3% delle pensioni è erogato dalla Cassa Trattamenti pensionistici statali (Ctps), seguita dalla Cassa Pensioni dipendenti Enti locali (Cpdel) con il 38,2%. Le altre casse rappresentano complessivamente il 3,5% del totale. Con riferimento all’importo complessivo annuo, risulta che il 60,3% è a carico della Ctps (2.132,97 euro), il 32,4% a carico della Cpdel (1.752,04) e il rimanente 7,3% è erogato dalle altre casse, con importi che variano da 1.586,25 euro mensili per la Cassa Pensioni insegnanti (CPI).
Il più elevato importo pensionistico, 4.844,49 euro mensili, riguarda gli iscritti medici del Ssn alla Cassa Pensioni sanitari (Cps) i cui pensionati al 2022 erano 87.108, cresciuti a 89.392 nel 2023. L’incremento testimonia la significativa uscita dal servizio di sempre maggiore numero di sanitari. Un modesto decremento si era invece evidenziato nel confronto fra 2021 e 2022, da 5.983 a 5.750. Tale pur lieve diminuzione può essere imputata a uno svuotamento delle generazioni pensionabili dovuta all’utilizzo, negli anni immediatamente precedenti, di anticipi pensionistici quali Quota 100 e 102 e al sempre maggiore ricorso da parte degli iscritti alle ex Casse Tesoro alle pensioni in cumulo ex L. 228/2012.
Per quanto riguarda le prestazioni vigenti al 1° gennaio 2023, emerge che il 59,6% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato alle donne, contro il 40,4% erogato agli uomini. Relativamente alle pensioni liquidate nel 2022, la categoria delle pensioni di anzianità/anticipate è la più numerosa con il 50,5% del totale e importo complessivo annuo pari a 2.467,2 milioni (59% del totale). Le pensioni ai superstiti rappresentano il 27,1% del totale come numero e il 16% come importo. Infine, le pensioni di vecchiaia sono tra il 19,3% come numero e il 22,1% come importo, e quelle di inabilità sono circa il 3% sia nel numero sia nell’importo. La distribuzione per area geografica del numero delle pensioni vigenti al 1° gennaio 2023 mette in evidenza che il maggior numero delle prestazioni è concentrato nell’area settentrionale della penisola con il 40,9% del totale nazionale, seguito dall’area meridionale e isole con il 36,5% e dall’Italia centrale con il 22,3% del totale.
L’età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è di poco superiore ai 74 anni sia per gli uomini che per le donne; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di oltre quattro anni tra i due sessi (69,9 per gli uomini e 74,5 per le donne); l’età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi, essendo pari a 72,2 anni per gli uomini e a 78,6 anni per le donne. La distribuzione delle pensioni per categoria e classi di importo mensile mette in evidenza che il 12,6% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 42,1% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 34,6% di importo tra 2.000 e 2.999,99; infine, il 10,7% ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.


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