Dal governo

Bernini: entro aprile sarà ampliato il margine di ingresso nelle facoltà di Medicina

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24 Esclusivo per Sanità24

Entro il mese di aprile si deciderà di ampliare il margine di ingresso nelle facoltà di Medicina. Lo ha annunciato il ministro dell'università e della ricerca Anna Maria Bernini alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico a Catania. "Sarà allargato non solo il margine di ingresso - ha detto - ma anche il collo di bottiglia delle specializzazioni. Ma teniamo presente che i nuovi iscritti saranno medici tra 7-8 anni. E dobbiamo anche ragionare anche in una prospettiva di mercato". Il ministro, infatti, ha sottolineato che la formazione terrà conto dei nuovi percorsi e delle nuove specializzazioni come l'ingegneria biomedica e la robotica".

Quanto alla programmazione universitaria, Bernini ha detto che si sta operando per "stabilizzare le cose buone fatte con il Pnrr". L'attenzione è rivolta alla qualità degli investimenti e alla eliminazione delle "complessità burocratiche" che ostacolano il percorso di crescita. Sarà inoltre valorizzata la ricerca per favorire il ritorno dei ricercatori che si sono trasferiti all'estero. "Dobbiamo essere in grado - ha concluso - di offrire un sistema paese accogliente".

"Apprezziamo l’impegno del ministro Bernini finalizzato a mettere in atto una buona programmazione del fabbisogno di medici per il Servizio sanitario nazionale - ha commentato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. Una programmazione che leghi gli accessi alla facoltà alle borse di specializzazione e alle richieste del mercato del lavoro da qui a dieci, undici anni, in modo da non creare i presupposti né per un nuovo imbuto formativo né per una riedizione dell’imbuto lavorativo. Una sensibilità, questa, frutto anche del dialogo che si è instaurato tra la Fnomceo e il ministro, volta a non far scontare ai giovani gli errori di programmazione del passato".

Fnomceo ha già accolto "con favore" la costituzione, al ministero, del Gruppo di lavoro volto a trovare i numeri giusti per soddisfare le esigenze del nostro Servizio sanitario nazionale. "Assestarsi sui 14mila accessi - continua Anelli - come attualmente previsto, significa mantenere costante il rapporto tra medici e cittadini che è ora di 4 per mille, sopra la media europea. Aumentare tale rapporto è una scelta demandata al Governo: se verrà messa in atto saremo tra i paesi europei con il numero relativo più alto di medici". "Questo, ovviamente, a condizione – osserva Anelli - che tutti i medici che si formeranno in Italia rimangano a lavorare nel nostro Servizio sanitario nazionale e non fuggano verso l’estero, con conseguente spreco di risorse, come già da noi denunciato con la campagna “Offre l’Italia”. Un altro versante sul quale lavorare è quindi quello dell’attrattività del nostro Ssn. Oggi la qualità di lavoro e di vita dei nostri medici è sempre più bassa, e la conseguenza è un’emorragia di professionisti dalla sanità pubblica verso il privato, l’estero, il prepensionamento, come ha giustamente osservato il ministro della Salute Orazio Schillaci. È quindi necessario investire risorse sul Servizio sanitario nazionale e sui suoi professionisti".


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