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Previdenza: più favorevole nel 2023 il calcolo delle pensioni

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

I “coefficienti di trasformazione”, introdotti con la riforma Dini del 1995, previsti a valutazione biennale ma con prima revisione nel 2010, sono i valori, utilizzati nel sistema contributivo, che trasformano in pensione annua il montante contributivo, cioè quanto accumulato dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa. Si tratta di parametri variabili a secondo dell'età anagrafica alla quale il lavoratore consegue la prestazione previdenziale. In particolare, essi risultano più elevati quanto maggiore è l'età del lavoratore. Il principio, infatti, alla base del sistema contributivo, è che più tardi si andrà in pensione maggiore sarà l'importo del rendimento che potrà essere ottenuto, perché minore sarà la durata della vita (potenziale) del beneficiario. Infatti il sistema di calcolo contributivo della pensione punta ad un equilibrio fra versamenti ( montante ) prodotti e pensione fruita.

Dopo tanti anni in cui si è assistito ad un aumento della speranza di vita e pertanto ad una riduzione dei coefficienti di trasformazione, coloro che andranno in pensione dall’anno prossimo avranno diritto ad una pensione più elevata. Il vantaggio, dobbiamo dire con grande disagio, è stato prodotto dall’aumento dei decessi, dovuto a causa del Covid. Statisticamente si è rilevato, infatti, che la speranza di vita è diminuita invece che incrementarsi, come avvenuto negli anni precedenti con il conseguente crescere della vita media. Il decreto ministeriale del 1° dicembre ha attestato che i coefficienti del 2023-2024 saranno più generosi di quelli del biennio 2021-2022. In passato, nel biennio 2014-2015, le pensioni sono state alleggerite del 3 % rispetto al biennio precedente, del 2 % per gli anni dal 2016 al 2018, e dell’1 % nel biennio 2019-2020. Anche l’ultima revisione, 2021-2022, è stata negativa. Le pensioni anziché crescere sono diminuite.

Per il prossimo biennio c’è l’inversione della tendenza con un incremento del rendimento dallo 0,84 % per pensionamenti a 57 anni,( dal 4,186 % nel 2021/22 al 4,270% nel 2023/24 ) sino allo 0,18 % per pensionamenti a 70 anni ( dal 6,215 % nel 2021/22 al 6,665 % nel 2023/24). I coefficienti di trasformazione riguardano solo le pensioni ( o le quote di pensione ) determinate con il sistema contributivo.

Per quanto riguarda le forme di previdenza pubblica obbligatoria ( i soggetti assicurati presso l'Inps ) risultano interessati da questo meccanismo i lavoratori con contribuzione versata a partire dal 1° gennaio 1996 i quali hanno tutto l'assegno determinato con il sistema di calcolo contributivo; i lavoratori in possesso di contribuzione alla data del 31.12.1995 i quali hanno l'applicazione del sistema contributivo limitata alle sole anzianità maturate successivamente al 1° gennaio 2012 ( se in possesso di almeno 18 anni di contributi al 31.12.1995 ) oppure al 1° gennaio 1996; i lavoratori che optano per la liquidazione della pensione con il calcolo contributivo ai sensi dell'articolo 1, co. 23 della legge 335/1995.In pratica chi andrà in pensione nel prossimo biennio, a parità di età e del quanto accumulato per contributi, avrà un assegno mensile più alto di chi accede al pensionamento o è andato già in pensione in quest’anno.


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